Il nodo degli investitori retail nella conversione dei subordinati Mps dopo l’offerta d’acquisto su 4,3 miliardi di obbligazioni, decisa ieri dal Cda della banca senese. Circa la metà dei bond oggetto della proposta di conversione in azioni Mps, secondo quanto indicato oggi dall’agenzia Askanews, sono infatti in mano al retail attraverso il Bond Mps 2008-2018. Si tratta di una emissione da 2,1 miliardi di euro specificatamente disegnata e autorizzata per essere collocata presso la clientela retail. I soldi raccolti servirono a finanziare l’acquisto dell’Antonveneta rafforzando, attraverso il bond in questione, l’indice di solvibilità (Total Capital Ratio) della banca senese. Si trattava di un collocamento di bond piuttosto innovativo, tanto che sulla rischiosità dello strumento, a pagina 17 del prospetto, Mps ricordava che “di recente non sono state emesse obbligazioni bancarie caratterizzate del medesimo grado di subordinazione destinate al retail”. I risparmiatori retail in possesso di questi bond sono stimati intorno 40 mila, tra loro clienti, dipendenti e pensionati del Monte dei Paschi, molti dei quali toscani. L’adesione volontaria alla proposta di conversione in nuove azioni Mps potrebbe però richiedere, se necessario, il cambiamento del profilo Mifid per diversi risparmiatori, in modo da renderlo compliant (conforme/coerente) con il possesso di azioni della banca. Insomma probabile che ci possa esssere del lavoro da fare su diverse migliaia di posizioni, peraltro in un tempo piuttosto ristretto considerando che la banca intende lanciare l’operazione di conversione entro fine novembre.
Per alcuni fonti almeno un quarto dei 40mila investitori retail che hanno in portafoglio il bond 2008-2018 dovrebbero essere già Mifid compliant per il possesso di azioni.