E ora spunta una possibile fusione con la francese SocGen tra le ipotesi sul tavolo per il futuro di Unicredit. Nel frattempo, come già anticipato proprio da questa rubrica lo scorso 7 novembre (nell’articolo “Unicredit, ecco le ipotesi sull’aumento. Il referendum farà da spartiacque”) l’istituto starebbe studiando una mega-capitalizzazione ben più robusta di quelle preventivate finora: un maxi-aumento superiore ai 10 miliardi e che potrebbe arrivare fino a 13 miliardi. L’istituto sarebbe al lavoro con pool di istituti per mettere a punto entro il 13 dicembre, giorno di presentazione del nuovo piano: ma non sarebbe certo che l’aumento raggiungerà queste dimensioni. Dipenderà sia dalle condizioni macroeconomiche, sia dal contesto politico italiano, con il referendum del 4 dicembre ormai vicino. E sulla decisione finale sull’entità dell’aumento avranno grande influenza la vendita (o meno) di Pekao e Pioneer. Nel frattempo risalgono i rumors su possibili progetti di aggregazione che coinvolgerebbero la francese Societe’ Generale. L’istituto italiano non commenta le voci di mercato circolate, come pure il gruppo transalpino.
Le prossime quattro settimane per Unicredit dovrebbero essere decisive anche per quanto riguarda i dossier delle cessioni di Pioneer e di Banca Pekao: già nelle prossime ore potrebbe essere definita un’esclusiva con i pretendenti ammessi alla fase finale per la società di asset management con Amundi e la cordata composta da Poste Italiane, Cdp e Anima segnalate come in prima fila.
Secondo gli analisti di Equita Sim, un aumento di capitale da 12 miliardi di euro per Unicredit unito alle cessioni di Pioneer e Pekao porterebbe il common equity tier 1 al 14,2%.