Continua il road show del management di Mps con gli investitori. Ieri i top manager del gruppo di Siena erano a Parigi, dove secondo le indiscrezioni avrebbero incontrato il colosso assicurativo Axa e anche altri investitori transalpini. Gli incontri, secondo i rumors, sarebbero stati proficui, soprattutto con Axa che è già azionista storico di Montepaschi. Proprio la compagnia francese è infatti tra i maggiori soci della banca senese con il 3,17%. Lo stesso gruppo parigino ha formalizzato alla fine della scorsa settimana (assieme agli altri soci Fondazione Mps e Millenium partecipazioni, tre azionisti che rappresentano circa il 7% del capitale) la candidatura del socio Alessandro Falciai a presidente dell’istituto. Prosegue così in Europa, dopo la fermata a New York e nel Golfo Persico, il viaggio del top management di Mps (guidato dall’amministratore delegato Marco Morelli e con la presenza del Cfo Francesco Mele). Negli Stati Uniti i manager hanno incontrato grandi fondi istituzionali tradizionali ed hedge: da Blackrock al Quantum Fund di George Soros fino a Paulson. Nel Golfo Persico invece ci sarebbero stati colloqui con alcuni fondi sovrani: cioè Qia, la Qatar Investment Authority maggiore candidata per il ruolo di anchor investor, e Kia, il braccio finanziario del Kuwait. Nei prossimi giorni ci sarà invece la tappa in Asia.
Insomma, l’impegno e la professionalità profusi da Morelli e dagli altri manager nell’impresa dell’aumento Mps è notevole: i segnali finora sono buoni ma è anche evidente che per l’aumento di Mps serviranno una serie di coincidenze favorevoli. Si tratta di una missione difficile e complessa, un caso unico tra i tanti aumenti di capitale che si sono visti in questi anni. Uno dei nodi sta sicuramente nella dinamica congiunturale e politica. Le Borse, da qui a dicembre quando è previsto l’aumento, dovranno infatti resistere prima all’esito odierno delle elezioni americane con la vittoria di Trump e, soprattutto, al risultato del referendum costituzionale italiano, che in caso di vittoria del No potrebbe creare instabilità politica e finanziaria in Europa.