I fondi Qatar e del Golfo Persico (probabilmente anche il fondo del Kuwait) avviano l’analisi concreta di Mps per valutare un possibile ingresso. Al di là dell’atteggiamento che resta molto cauto sull’Europa e sull’Italia, anche per ragioni politiche, i fondi arabi avrebbero deciso negli ultimi giorni di avviare una riflessione sul campo sul dossier della banca senese, anche su impulso del governo italiano che ha sponsorizzato l’operazione. Così il fondo sovrano del Qatar e gli altri fondi avrebbero firmato un confidentiality agreement con alcuni advisor legali e finanziari per avviare la due diligence su Siena. La ricerca di un anchor investor tra i fondi sovrani fa parte del progetto di salvataggio presentato da Jp Morgan e Mediobanca, che prevede un aumento di capitale da almeno 1,5-2 miliardi di euro e la conversione dei bond subordinati in mano agli istituzionali. Su quest’ultimo fronte è da registrate anche l’attivismo di alcuni hedge fund (capitanati dall’inglese Attestor Capital) che si sarebbero uniti in cordata per andare a contrattare un possibile premio sulla conversione delle obbligazioni.
Sembra invece ancora incerto l’esito del piano presentato da Corrado Passera. Formalmente, la posizione rimane quella di lunedì decisa in cda: né «no» né «sì» all’ex ceo di Intesa, ma un’apertura per avere più informazioni sul piano. Tuttavia, alla realizzazione del piano potrebbero esserci problemi tecnici: nelle pagine consegnate alla banca da Passera si parla di un impegno da parte dei fondi ( si fanno i nomi di Warburg Puncus, Bc Partners e Atlas) subordinato a una due diligence sui conti della banca, che tuttavia non sembra essere disposta a concedere in nome dell’allineamento informativo da garantire a tutti i potenziali sottoscrittori dell’aumento.
Senza contare che c’è un elemento contraddittorio nel piano di Corrado Passera per il salvataggio di Mps. Un passaggio che, secondo alcuni addetti ai lavori, sembra poco compatibile da realizzare allo stesso tempo. Infatti uno degli elementi di incertezza del piano di Passera è quello della remunerazione dell’investimento dei private equity, che si attendono per definizione un rendimento elevato: Warburg Puncus, Bc Partners e Atlas potrebbero entrare in campo a condizione di un ritorno sul capitale investito che potrebbe essere notevolmente superiore a quello previsto per il mercato. Di qui la complessità di un’operazione che prevede contemporaneamente da un lato un aumento dedicato a dei private equity (per 2,5 miliardi) e un’altra fetta di aumento dedicata al mercato (per 1,5 miliardi). Al tempo stesso, ultimo elemento di incertezza, sarebbe stato chiesto a Passera di poter conoscere e contattare direttamente i partner finanziari, condizione che Passera ovviamente non sarebbe disposto ad accettare.
Ps: Per finire nelle ultime ore sarebbero stati firmati alcuni accordi confidenziali da parte di alcuni investitori istituzionali, a partire da BlackRock, interessati entrare nella data room del piano subito dopo la sua presentazione. Ora resta da capire se questi approfondimenti avranno un qualche esito o meno.