Una scadenza per aver totale visibilità sul consorzio di investitori cinesi: quella del 20 ottobre. E, da qui a quel giorno,discussioni per chiudere con i soggetti coinvolti, a cominciare dalle banche asiatiche del consorzio di finanziamento.
Procede a tappe forzate la corsa della cordata Sino-Europe Sports, che sembra al rush finale per chiudere l’acquisizione del Milan. E, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, il capocordata Yonghong Li sarebbe in discussioni con China Citic Bank, uno dei maggiori gruppi bancari cinesi, per avere una fetta di finanziamento necessaria a completare la raccolta dei restanti 420 milioni entro novembre, dopo i 100 milioni già versati come anticipo a Fininvest tra agosto e settembre e ora in un conto a UniCredit.
Le parti sarebbero al lavoro: anche se un accordo con Citic non sembrerebbe – secondo i rumors – ancora raggiunto.
Non è la prima volta che il gruppo bancario, con sede a Pechino, scende in campo nelle vicende del possibile riassetto azionario del Milan. Era già successo oltre un anno fa, ma con un altro candidato all’acquisizione, cioè quel mister Bee che poi non è riuscito a trovare i capitali necessari. Infatti proprio Citic avrebbe affiancato mr Bee sul lato dei finanziamenti, nel caso il manager thailandese fosse riuscito a trovare gli investitori in «equity»: impresa poi fallita.
Ora Citic sarebbe al lavoro con mister Yonghong Li. Le vicende di Mr Bee e Mr Li, del resto, sono simili per alcuni aspetti, in quanto in entrambi i casi si tratta di personaggi poco noti per lo stesso mondo finanziario asiatico e non accreditati di grandi patrimoni. Insomma, difficile capire l’origine delle loro presunte fortune.
Ma esiste una differenza sostanziale tra il manager thailandese e l’attuale futuro proprietario del Milan: quello della valutazione del club. Mr Bee avrebbe infatti dovuto comprare una minoranza del Milan (il 48%) per 480 milioni, con una valutazione della squadra rossonera di un miliardo e 200 milioni, compresi i debiti. Al contrario, il consorzio di Yonghong Li comprerà il 100% del Milan per poco più di 700 milioni, debiti compresi. Insomma, i numeri ora sono più realistici, benché sempre nella parte alta della forchetta.
Di sicuro, la possibile discesa in campo di Citic è una prova in più che avvalora il piano in mente per il Milan, cioè quello della quotazione in una Borsa asiatica. Già con Mr Bee infatti Citic Securities avrebbe dovuto lavorare alla successiva Ipo. Il riassetto del club rossonero sembra infatti una pura operazione finanziaria.
Yonghong Li, al quale i giornali cinesi non hanno risparmiato critiche accusandolo di operare con prestanome e con false garanzie bancarie (notizia però smentita dai diretti interessati e da Fininvest), si sarebbe affiancato a soggetti a lui vicini come lo stesso fondo Haixia Capital, (veicolo controllato al 40% dalla provincia di Fujian) o il Jilin Yongda Group.
In tutto 7-8 acquirenti, che ci metteranno solo parte dei restanti 420 milioni, mentre il resto arriverà dai prestiti di un pool di banche: con quali garanzie difficile dirlo. L’obiettivo finale, perché tutta l’architettura stia in piedi, è quello della quotazione del club.