E’ una delle aziende più corteggiate del momento. E i private equity farebbero pazzie per acquistarla. Ma gli azionisti del gruppo chimico Industrie De Nora, i fratelli Federico e Michele De Nora, non ci pensano proprio. Industrie De Nora, una multinazionale a proprietà familiare, sta procedendo verso la Borsa malgrado i mercati tempestosi: qualche settimana fa proprio i fratelli Federico e Michele De Nora hanno infatti dato mandato a un pool di advisor e banche: Lazard, Db, Ubs e Unicredit. E la via maestra sembra proprio la Borsa malgrado quasi ogni settimana arrivino offerte di private equity interessati a entrare nell’azionariato. L’ultima opzione, anche se di private equity non si tratta, è stata – secondo le indiscrezioni intercettate dal Sole 24 Ore – quella di Space 2, la seconda Spac (la prima ha investito con successo in Fila Matite) di un parterre di personaggi noti del mondo finanziario come Gianni Mion, Sergio Erede, Roberto Italia, Carlo Pagliani ed Edoardo Subert. Space 2, che proprio in queste settimane ha sul tavolo numerosissimi dossier di investimento oltre a quello di De Nora, ha infatti proposto agli azionisti del gruppo milanese di approdare in Borsa con una Spac, ma la risposta è stata negativa. Del resto, Industrie De Nora ha numeri impressionanti e l’Ipo tradizionale sembra la scelta migliore per gli azionisti. Sul mercato, secondo il piano allo studio, dovrebbe finire circa il 45% del capitale di Industrie De Nora. Oggi il gruppo lombardo è il numero uno su diversi segmenti di mercato dell’elettrochimica: l’azienda è infatti il primo produttore al mondo di elettrodi, i conduttori generati nella produzione di cloro e soda e che servono per diverse applicazioni industriali. De Nora ha compiuto il salto dimensionale quattro anni fa con l’acquisizione del 100% della società giapponese Chlorine Engineers, che ha permesso al gruppo italiano di espandersi sul mercato asiatico. Successivamente c’è stata la joint venture con ThyssenKrupp Industrial Solutions, per unificare le comuni attività nel settore degli impianti di elettrolisi cloro-soda, e nel 2015 l’acquisizione di Severn Trent-Water Purification, attiva nel trattamento delle acque. De Nora dovrebbe chiudere il 2015 con un giro d’affari di circa 500 milioni di euro e un margine operativo lordo di 75 milioni di euro. L’obiettivo è comunque arrivare in breve tempo a 650-700 milioni di ricavi. L’Ipo si rivolgerà anche agli istituzionali esteri, soprattutto in quelle aree dove è molto presente l’azienda italiana: cioè negli Stati Uniti e in Asia, dove sono presenti molti dei concorrenti come ad esempio ChemChina, il gruppo che ha investito in Pirelli.
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