La contesa francese per Telecom Italia ha già avuto un primo netto effetto borsistico. Il valore a Piazza Affari dell’ex-monopolista infatti, nelle ultime due settimane, è salito del 24% con la conseguenza che oggi Telecom Italia è più cara rispetto ai competitor europei: come la tedesca Deutsche Telekom, la francese Orange, l’iberica Telefonica, Telekom Austria e la svedese Telia Sonera. Telecom Italia quota infatti oggi 25,38 volte gli utili attesi a fine 2015, mentre Deutsche Telekom 23,07 volte, Orange 16,90 volte, Telefonica 14,64 volte, Telekom Austria 12,93 volte e Telia Sonera 11,83 volte. Del resto, basta guardare il corso del titolo Telecom Italia dall’estate ad oggi per capire che un rastrellamento sotterraneo era in corso. Ai primi di luglio Telecom Italia quotava infatti 1,088 euro. Si sarebbe mosso a quel tempo Xavier Neil per pianificare nei dettagli, assieme ai banker di Lazard (con il coinvolgimento della sede parigina) e con l’aiuto di Credit Suisse, la strutturazione degli strumenti derivati che gli avrebbero permesso di scoprire le carte soltanto alla fine. Sempre a quel tempo la stessa Vivendi ha incrementato la propria partecipazione nel gruppo italiano della telefonia: dall’8% circa di prima dell’estate al 20% di oggi. In luglio proprio Telecom Italia ha avuto una prima impennata salendo fino a 1,26 euro e perdendo terreno ai primi di agosto fino a scendere a 1,24 euro. Poi un periodo di tranquillità per il titolo fino a settembre e ai primi di ottobre per finire con lo strappo delle ultime due settimane che ha portato l’azione da 1,011 euro a quasi 1,27 euro, tra volumi oltre i 317 milioni di pezzi e pari all’1,6% del capitale sociale. E l’impressione è che la partita borsiatica sia soltanto cominciata.
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