È iniziato ieri, davanti agli azionisti del gruppo di Cologno, il nuovo corso di Mediaset: un nuovo corso che sarà suggellato dalla nomina diPier Silvio Berlusconi a amministratore delegato di Mediaset. Tutto ruota attorno aMediaset Premium, la controllata del gruppo televisivo (nella quale in minoranza ci sono gli spagnoli di Telefonica con l’11%) che è ancora in perdita, ma per la quale i vertici del gruppo italiano confidano in un rapido rilancio con il raggiungimento dei profitti nel 2017. Premium è stata un grosso investimento per Mediaset: con i 700 milioni spesi per conquistare un triennio di diritti di Champions League (battendo Sky) e finanziati nel 2014 con un anticipo a garanzia da un pool di banche costituito da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnl-Bnp Paribas. Mediaset, con Premium, spera di catturare abbonati da Sky. Ma la partita è complessa e non è affatto semplice. Insomma, non è matematico che, di fronte a un investimento di questo tipo, l’operazione Champions abbia subito successo per Cologno. La partita Premium si incrocia con le mosse di due grandi colossi europei dei contenuti: cioè la Sky di Rupert Murdoch e la Vivendi di Vincent Bolloré, prossima all’ufficialità dell’ingresso in Telecom Italia come azionista. Negli ultimi mesi sia i Murdoch sia Bollorè si sono incontrati diverse volte con la famiglia Berlusconi. L’ultimo meeting c’è stato lunedì scorso fra Silvio Berlusconi e il figlio da una parte e Rupert Murdoch e il figlio Lachlan dall’altra. Sky infatti sta per perdere i diritti della Champions in Italia, un mercato importante per il colosso della comunicazione. Mediaset non ha però certezza sulla redditività dell’investimento effettuato. A questo punto una «pax» fra i due gruppi potrebbe essere utile per entrambi: con forme di sviluppo non conflittuali e soddisfacenti per tutti e due. Si arriverà a una fusione tra le due piattaforme? È forse prematuro per un accordo di questo tipo, ma la strada potrebbe essere quella. Sky ha dovuto muoversi verso Mediaset negli ultimi mesi, anche perché si fanno sempre più insistenti le voci dei tanti dossier aperti da Vivendi, ricca di una cassa di 15 milardi di euro che con la leva potrebbero moltiplicarsi per tre. Vivendi è stata prima indicata come interessata a un takeover su Sky Europe, che raggruppa le attività europee (compresa l’Italia) di Murdoch. Ora gli ultimi rumors indicano il colosso francese interessato a lanciare un’Opa su Mediaset. In realtà anche su questo fronte nulla è ancora deciso. Bollorè, artefice delle strategie di Vivendi, ha incontrato la famiglia Berlusconi per parlare di convergenza fra Tlc e contenuti in Italia, visto che è imminente l’ingresso del gruppo francese in Telecom. Vivendi ha soldi per comprarsi Mediaset (sono circolate voci sull’acquisto di un 20-25% del gruppo) o in alternativa la piattaforma Premium. Ma non ha interesse a lanciare un’Opa ostile verso la famiglia Berlusconi. Proprio ieri del resto Pier Silvio ha spiegato che «le operazioni sono tutte possibili ma il controllo non è in discussione». Un messaggio, fra le righe, a Sky e Vivendi che si sono fatti avanti.
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