La svizzera Dufry ha fatto un ottimo affare pagando 10,25 euro le azioni di World Duty Free in mano alle Edizione Holding dei Benetton. Il sondaggio, che un banker mi ha letto ora riprendendo una news del servizio Dealreporter, fa riflettere. Molti si attendevano infatti un prezzo attorno a 11 euro visto che dall’operazione nasce un gigante del retail aeroportuale. Un valore di 10,25 euro riflette un multiplo di 13,9 volte il rapporto ev/ebitda del 2015: un prezzo di tutto rispetto se non fosse per il fatto che grazie alla transazione Dufry ottiene grandissime sinergie e avrà una crescita a doppia cifra degli utili per azione. In definitiva, malgrado tutto, era lecito aspettarsi una valutazione un pochino più generosa. Ma perché i Benetton hanno scelto Dufry? Secondo quanto spiegano più fonti finanziarie, l’offerta di Dufry garantiva meno rischi delle altre proposte in campo: quella ad esempio della coreana Lotte e della cinese Sunrise Duty Free. Inoltre Dufry è parso fin dall’inizio il compratore naturale, dopo aver rilevato l’anno passato Nuance. C’è da dire che sul lato finanziario l’offerta di Dufry è sembrata da subito la meglio strutturata, tanto da convincere i Benetton anche se magari il prezzo non era di 11 euro come alcuni si aspettavano. Gli azionisti di Dufry lanceranno un aumento di capitale che sarà sottoscritto dal nucleo storico dei soci (riuniti in Travel Retail Investments che racchiude imprenditori privati come Andrés Holzer Neumann, Julián Díaz González, Juan Carlos Torres Carretero, James S Cohen e Dimitrios Koutsolioutsos) e per una cifra di inoptato (circa 450 milioni di franchi a testa) da parte dei fondi Gic, Temasek e Qatar Holding. Inoltre l’operazione sarà garantita da un pool di banche: Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Unicredit e Bnp Paribas. Insomma, si tratta di una struttura blindata che ha ben convinto i Benetton della solidità dell’offerta di Dufry. L’unico neo resta sull’Opa per le minoranze: l’offerta valuta World Duty Free 3,6 miliardi di euro ma Dufry potrebbe mantenere la società quotata se non fossero consegnati i titoli a 10,25 euro e quindi sembra poco probabile che il gruppo elvetico possa alzare la posta. Insomma per gli azionisti di minoranza non resta che aderire a 10,25 euro per azione.
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