Ansaldo verso i giapponesi di Hitachi, che dovrebbero ricevere un’esclusiva. Sembrerebbe questa la decisione che verrà presa al termine del Cda di oggi dall’amministratore delegato Mauro Moretti. In realtà, l’offerta vincolante arrivata la scorsa settimana da parte del gruppo nipponico avrebbe sciolto i dubbi nel confronto con i cinesi di Insigma. L’offerta giapponese sarebbe infatti più strutturata sul lato industriale. Inoltre, secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore, prevederebbe inizialmente l’esclusiva sulla sola Ansaldo Breda per poi estendere il riassetto azionario anche ad Ansaldo Sts. Quindi i giapponesi, assistiti da Citigroup, la banca guidata da Luigi De Vecchi, e con il supporto finanziario di Hsbc, avrebbero vinto la concorrenza dei cinesi di Insigma.
Ma c’è un aspetto ulteriore che emerge da indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore: l’offerta cinese, da 1,5 miliardi di euro anche finanziata attraverso una serie di istituzioni finanziarie di Pechino come la Bank of China, non avrebbe sciolto le riserve sulle reali disponibilità finanziarie di Insigma che per tanto tempo è stata considerata come favorita. Ma, in ambienti finanziari, ci si domandava da tempo se Insigma avesse o meno i capitali a disposizione per l’operazione tanto che gran parte delle risorse doveva essere fornito da finanziamenti bancari. Un effetto sembrano averlo avuto anche i tempi di chiusura dell’operazione per i cinesi, che necessitano di lunghe autorizzazioni governative per le transazioni finalizzate al di fuori dei loro confini. Tanto più se, come sembra, Insigma dovrà avere l’appoggio di banche governative espressione di Pechino. Sembra così arrivato a un primo esito (tranne ulteriori colpi di scena) il tormentone sulla cessione delle due Ansaldo (Sts e Breda), una vicenda che negli ultimi 6 mesi ha portato i titoli di Finmeccanica e di Ansaldo Sts sulle montagne russe in Borsa sulla scia dei rumors.