Brasile, Roma, Milano, Arcore, Cologno. Sarà fanta-finanza, sarà il fine anno che porta sempre grandi riflessioni nel mondo degli affari, ma tra gli addetti ai lavori il tema preferito resta Telecom-Mediaset. Ed ecco che la domanda è ancora quella. E se alla fine del prossimo anno ci troveremo con la famiglia Berlusconi azionista con una quota attorno al 10 per cento in Telecom Italia, subito dopo l’azionista francese Vivendi, presieduta da quel Vincent Bollorè amico dell’ex-presidente del Consiglio? C’e’ un filo rosso tra Brasile, Roma, Milano, Arcore e Cologno. Molto del futuro di Telecom dipende infatti da quello che farà in Brasile: se accetterà l’offerta di Oi per Tim Brasil, Telecom diventerà infatti una società solo italiana con poco debito ma con strategie molto casalinghe. Se invece punterà su una fusione amichevole con Oi, restando azionista al 51% della nuova realtà, manterrà piani globali. Ma facciamo il primo caso: restando casalinga Telecom non avrà molti spunti di crescita. Uno dei pochi sarà la convergenza tra Tlc e media. Qui i rumors si sprecano: c’è chi osserva come Marco Patuano, l’Ad di Telecom, dopo una diffidenza iniziale sia rimasto fulminato dopo alcuni incontri con Pier Silvio Berlusconi. Con il figlio dell’ex-premier avrebbero parlato della convergenza fra media e Tlc, della possibilità che Telecom prenda una quota nella pay tv di Mediaset a fronte della cessione di una piccola parte di azioni Telecom e, perché no, di quella che potrebbe essere un giorno la Vivendi italiana: cioè l’unione di Telecom Italia e Mediaset. Il piano piace alla famiglia Berlusconi perché porterebbe finalmente Mediaset in acque sicure e di crescita e dall’altra parte toglierebbe Silvio Berlusconi dall’impiccio di quel conflitto d’interessi che lo ha colpito in questi anni. Magari gli permetterebbe di puntare a una figura politica più istituzionale. Fanta-finanza? Fanta-politica? Questo piano fino ad oggi non è mai stato contemplato né da Patuano né dai soci di Telecom, forse con l’eccezione di quel Bollorè che con l’ingresso di Vivendi un pensierino lo ha fatto fin dall’inizio. Ma le cose potrebbero cambiare. Gli incontri Patuano-Pier Silvio Berlusconi, ma soprattutto la possibilità che Telecom possa andarsene dal Brasile a fronte di un’offerta allettante fanno pensare a questa direzione. E qui entra in scena un’altra città del nostro viaggio finanziario: cioè Roma. Un accordo del genere dovrebbe infatti essere voluto dal mondo politico, a cominciare da Matteo Renzi. Solo con questo via libera potrebbero essere unite le stanze finanziarie milanesi del potere di Telecom Italia con quelle di Arcore e Cologno Monzese. Si sta andando troppo in là con la fantasia? Può essere, ma il matrimonio Telecom-Mediaset resta uno dei nodi principali dei prossimi 12 mesi.
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