Prende corpo il progetto di quotazione di Banca Farmafactoring, istituto che opera sui crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, delle Asl e delle aziende ospedaliere. Gli azionisti del gruppo, cioe’ il fondo statunitense Apax, secondo le indiscrezioni avrebbero infatti affidato un incarico alla banca d’affari Morgan Stanley, l’istituto americano che già aveva curato (in qualità di underwriter e lead manager) per Banca Farmafactoring nella primavera scorsa il lancio di un bond da 300 milioni di euro. In quel caso si era trattato di un collocamento privato presso investitori istituzionali di una emissione obbligazionaria senior con scadenza giugno 2017.
Controllata dal veicolo FF Holding, di proprietà (92%) dei fondi Apax Partners, Banca Farmafactoring e’ nata come societa’ di factoring specializzata nella riscossione dei debiti della pubblica amministrazione con le case farmaceutiche, le aziende sanitarie e gli ospedali. Nell’ultimo anno ha pero’ esteso la sua attivita’ ed e’ diventata banca con accettazione della richiesta da parte di Banca d’Italia: attualmente il gruppo vanta uno dei bilanci piu’ solidi nel settore creditizio, con un core tier 1 a giugno 2014 del 21%. Nell’ultimo esercizio la banca, guidata dall’ex-manager Apax Massimiliano Belingheri, ha registrato un utile netto di 49 milioni, un Roe del
26,3% e volumi d’affari complessivi di 4,54 miliardi di euro (di cui 1,77 miliardi di acquisti di credito pro soluto) contro i 4,33 miliardi (1,71 miliardi di crediti pro soluto) del 2012. Il piano di sviluppo, in vista della possibile quotazione a Piazza Affari, prevede una crescita sia in Italia sia all’estero, mantenendo il focus sulla facilitazione dei flussi di credito tra fornitori e settore pubblico. Di recente, inoltre Banca Farmafactoring ha sviluppato la propria attivita’ e ha lanciato Conto Facto, un conto deposito online. Farmafactoring e’ stata comprata da Apax nel 2006 per 250 milioni di euro. Nata nel 1985, la società ha operato fin dagli inizi dell’attivita’ in una posizione di leader in Italia nella gestione del credito verso le aziende sanitarie locali e gli ospedali fornendo servizi di gestione e recupero crediti,contabilizzazione incassi, finanziamento prosoluto e prosolvendo. A cedere il controllo (il 60 per cento) ad Apax nel 2006 era stata Confarma, l’associazione dei produttori farmaceutici presieduta da Diana Bracco, ma nel capitale c’erano anche tre banche: Capitalia (10%),BnlIfitalia (19%) e Monte dei Paschi di Siena (11%). In sette anni la societa’ e’ stata sviluppata da Apax fino all’ingresso nel credito con la trasformazione in banca.