Sarà uno dei maggiori head hunter al mondo, cioè Egon Zehnder, a cercare il successore di Andrea Guerra in Luxottica. Cosi, secondo quanto risulta da rumors raccolti in ambienti finanziari, si apre ufficialmente il processo di individuazione del nuovo amministratore delegato del gruppo di Agordo. Proprio il colosso dell’occhieleria l’altro ieri non ha smentito le indiscrezioni ma ha tenuto a precisare che «da tempo il presidente Leonardo Del Vecchio e l’ad Andrea Guerra si stanno confrontando sulle migliori strategie future del gruppo». Del Vecchio ha quindi voluto stemperare le speculazioni di contrasti con Guerra, dopo 10 anni nel gruppo dell’occhialeria. Tuttavia il ricorso a un cacciatore di teste con grande esperienza nella ricerca di manager internazionali conferma che la multinazionale italiana, quotata a Wall Street oltrechè a Milano, seguirà le migliori best practice aziendali per individuare il nuovo team di vertice che prenderà il posto ad Andrea Guerra.
Resta da capire quali saranno i candidati. Tra i nomi che sono stati ipotizzati in questi giorni ci sono quelli di manager già da anni nell’azienda come Enrico Cavatorta, Cfo e direttore generale. Mentre tra i candidati esterni sono circolati i nomi dell’amministratore delegato di Autogrill e Wdf, Gianmario Tondato Da Ruos, e del capoazienda di Campari, Bob Kunze-Concewitz fino a quello di Roberto Vedovotto, ex-Ad di Safilo e ora alla guida della divisione licenze di Kering. Secondo diversi osservatori, negli ultimi mesi la diversità di vedute delle strategie per l’azienda, per alcuni versi normale in un gruppo complesso come Luxottica, avrebbe fatto maturare sia in Leonardo Del Vecchio sia in Andrea Guerra la convinzione che il ciclo era arrivato a conclusione: una fine quasi naturale dopo 10 anni durante i quali Guerra ha portato il titolo in Borsa dai 13 euro dell’insediamento nel 2004 fino a quasi 40 euro. E un ruolo lo ha sicuramente avuto la volontà di Guerra di iniziare nuove sfide professionali, non ultima quella di valutare l’invito di Matteo Renzi ad entrare in politica, dopo la proposta gia’ ricevuta nel febbraio scorso dal premier, quando il manager avrebbe tentennato troppo a lungo sulla scelta finale creando qualche crepa in azienda con il suo azionista.