Risanamento vince la querelle legale con Luigi Zunino e sgombra il campo da possibili dubbi sulla cessione a al fondo Chelsfield degli immobili parigini, ma apre un nuovo fronte per la scadenza della trattativa con Idea Fimit sull’area di Santa Giulia a Milano.
Il Tribunale di Milano ha infatti rigettato i ricorsi presentati delle società di Luigi Zunino (Nuova Parva, Tradim e Zunino Investimenti Italia) per sospendere la vendita al fondo Chelsfield dei palazzi di Parigi di proprietà del gruppo immobiliare.
Zunino aveva promosso un procedimento cautelare per chiedere la sospensione due delibere del consiglio di amministrazione sulla cessione. A questo punto Risanamento, difesa dagli avvocati Giuseppe Lombardi e Vincenzo Mariconda, potrà dare esecuzione agli accordi conChelsfield, grazie alla proroga fino al 4 aprile concessa dal fondo partecipato da investitori arabi. Per il gruppo immobiliare, indebitato per 1,8 miliardi verso le banche, l’incasso sarà di circa 1,2 miliardi di euro. Per l’ex-proprietario Luigi Zunino restano invece poche carte da giocare: l’ultima è la richiesta di assemblea per revocare l’attuale consiglio di amministrazione magari supportato da altri piccoli azionisti che hanno presentato un esposto alla Consob, sempre per il mancato rispetto del piano di ristrutturazione del debito ex articolo 182 bis.
Uno dei fronti di incertezza, che si è aperto è però quello sulla cessione dell’area di Santa Giulia a Milano, dove ieri è scaduta l’esclusiva con Idea Fimit che non avrebbe richiesto la proroga. I costi sulla bonifica dell’area sono ulteriormente lievitati dopo che l’altro ieri la conferenza di servizi ha bocciato il documento di analisi di rischio igienico-sanitaria presentato dai proprietari. Ma l’operazione sembra a rischio anche perché, malgrado sia stato trovato un accordo di massima, non è stata ancora definita con certezza la pattuglia degli investitori che dovranno iniettare i capitali nel progetto e, soprattutto, perché le discussioni con le banche sui finanziamenti necessari risultano al momento ferme.
L’area avrebbe dovuto essere apportata a un fondo per un valore di 713 milioni, sottratti i 330 milioni di debiti e i costi di bonifica, che oggi restano da definire. Le banche si sarebbero dovuti accollare una somma enorme: 653 milioni di euro per mandare in porto il progetto Santa Giulia.