Il risarcimento a favore di Cir peserà sul conto economico di Fininvest nel 2013. La holding presieduta da Marina Berlusconi si era tutelata un anno e mezzo fa nello stato patrimoniale dal rischio-sentenza con una riserva di 409 milioni (al netto delle tasse) nel patrimonio netto. Tuttavia il Biscione aveva preferito non contabilizzare la perdita in conto economico, convinta di aver ragione e di poter limitare notevolmente i danni con il ricorso.
Così se dal punto di vista patrimoniale Fininvest continuerà ad avere una situazione di estrema sicurezza (con il patrimonio sceso a 2 miliardi), è facile prevedere che l’effetto-sentenza potrebbe avere conseguenze importanti sul conto economico. Il calcolo approssimativo è di oltre 400 milioni che andranno a pesare sull’ultima riga di bilancio, al netto delle tasse e della cifra che tornerà nelle casse di Fininvest (70-80 milioni) rimpinguando la posizione finanziaria netta.
Insomma, l’effetto per i bilanci della holding è pesante ma il Biscione può leccarsi le ferite con meno preoccupazione grazie al buon lavoro fatto in questi anni dai manager di Fininvest, con l’Ad Pasquale Cannatelli che ha rafforzato il patrimonio della holding a fronte dei rischi.
Ovvio che conseguenze ce ne saranno. A cominciare dalla stretta sui dividendi che ogni anno arrivano alla famiglia Berlusconi: quest’ultima, già nell’ultimo anno, ha dovuto attingere alle riserve per staccare la cedola, visto che il bilancio 2012 di Fininvest si è chiuso a causa delle svalutazioni con una perdita di 285,2 milioni.
Probabile che ci saranno anche meno risorse per gli investimenti futuri del gruppo Fininvest e quindi per le società della galassia: Mediaset, Mondadori e Ac Milan. Diversa invece la situazione di Mediolanum, che può contare sull’alleanza con il socio storico Ennio Doris.
Su Mediaset e Mondadori è in corso da oltre un anno un piano di taglio dei costi per far fronte alla crisi del mercato pubblicitario. E per lo stesso Ac Milan, creatura di Silvio Berlusconi e ora anche della figlia Barbara, i capitali disponibili per acquisire giocatori e pagare gli ingaggi si sono negli ultimi anni progressivamente ridotti. Ora con la sentenza della Cassazione a favore della Cir, i margini di manovra per effettuare investimenti sulle società del gruppo appaiono ulteriormente ridotti.