Ritorna a soffiare il vento del Medio Oriente su Alitalia. Nelle ultime due settimane si sarebbero infittite le discussioni con Etihad Airways, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti: per ora si tratterebbe, secondo i rumors, di discussioni volte a raggiungere un proficuo accordo commerciale, ma diversi addetti ai lavori vicini all’operazione non escludono che questi contatti potrebbero sfociare in futuro in un’intesa di altro tipo, magari proprio quell’accordo azionario di cui si parla da diversi mesi. Le trattative sarebbero state portate avanti, secondo le indiscrezioni, in prima persona dall’amministratore delegato Gabriele Del Torchio.
Del Torchio avrebbe, quindi, avviato discussioni a diversi livelli. Due settimane fa sarebbe volato negli Emirati Arabi Uniti e tornato a Roma avrebbe ricevuto proprio in questi giorni alcuni dei top manager di Etihad. Resta da capire se possano essere poste le basi per un accordo di altro tipo, magari anche azionario. In corso, secondo alcuni rumors, ci sarebbe una prima due diligence preliminare su Alitalia da parte di Etihad.
Inoltre si stanno avvicinando scadenze finanziarie importanti, visto che la ex-compagnia di bandiera necessita di un’importante iniezione di capitali che potrebbero essere ottenuti per via bancaria oppure da un aumento di capitale dei soci.
Tuttavia molti azionisti di Alitalia sembrano poco intenzionati ad impegnarsi ancora e più intenzionati a cercare un’ipotesi di alleanza alternativa, nel caso la soluzione di una crescita di Air France-Klm (già socio con il 25% del vettore italiano) non si concretizzi. Oggi, oltre ad Etihad, un’altra delle flotte che è stata indicata come possibile candidata per un accordo con Alitalia è stata la russa Aeroflot.
La compagnia italiana del resto ha urgente bisogno di risorse entro fine anno, come è stato detto alla presentazione del piano a fine giugno, valutando in 300 milioni di euro le necessità.
Inoltre Etihad sembra oggi una delle flotte con le maggiori disponibilità economiche, un po’ l’asso pigliatutto nei cieli mondiali. L’espansione di Ethiad è stata molto rapida. Nel 2011, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti ha annunciato l’acquisto di una partecipazione del 29% in Airberlin, la seconda compagnia aerea più grande di Germania. Nel 2012 è poi stato rilevato quasi un 3% dell’irlandese Air Lingus. Ad agosto di quest’anno la compagnia di Abu Dhabi ha poi firmato un accordo con il governo serbo per acquisire il 49% della compagnia di bandiera JetAirways, in crisi economica. Fondata per decreto reale nel luglio del 2003, Etihad è diretta da un cda sotto la presidenza dello sceicco Hamed bin Zayed Al Nahyan.
Le trattative con Etihad sembrerebbero però ancora abbastanza lontane sul fronte azionario, anche se avanzate sul lato commerciale: anche perché, ad oggi, il maggior socio straniero di Alitalia resta Air France e nel caso ci dovesse essere un riassetto della compagine azionaria di Alitalia, spetterà al colosso francese dei cieli decidere se aumentare o meno il suo impegno finanziario.
Tuttavia Air France, per ora, sta prendendo tempo. «Vogliamo far diventare Alitalia un asset, per noi non è mai stata una passività, ma deve migliorare le sue operazioni per essere in grado di riprendersi e tornare alla crescita. Non investiremo però in Alitalia se non ci saranno le condizioni finanziarie e operative necessarie per un investimento redditizio» ha spiegato a fine luglio Alexandre de Juniac, il nuovo numero uno del colosso transalpino dei cieli. Del resto, Air France ha problemi a casa sua. Dopo avere chiuso il semestre in rosso, il gruppo francese per ora starebbe studiando il nuovo piano della compagnia italiana, concordando sul fatto che serve nuova liquidità, sia che arrivi da prestiti o dai soci, ma senza poter dare certezze sul suo impegno in questa fase: situazione di impasse che di certo non tranquillizza alcuni soci della società italiana poco propensi ad iniettare nuova liquidità nelle casse di Alitalia.