Gli azionisti del gruppo Waste Italia, uno dei leader italiani nel settore nel trattamento dei rifiuti, aprono all’ipotesi di nuovi soci. E, secondo le indiscrezioni, tra i possibili nuovi azionisti ci potrebbero essere anche A2A, attiva tramite la propria controllata Ambiente, anche se – secondo alcune fonti vicine al dossier – in corsa sarebbe anche un gruppo cinese.
Attualmente Waste Italia fa capo all’imprenditore Pietro Colucci, mentre con una quota poco superiore al 30% è presente il fondo di private equity Synergo.
Per ora si tratterebbe di discussioni preliminari. A2A, come altri possibili investitori, sarebbe stata informata del possibile imminente riassetto di Waste Italia. Un’acquisizione potrebbe quindi rientrare nella strategia dell’azienda presieduta da Graziano Tarantini. Lo scorso primo luglio è infatti nata A2A Ambiente, la più grande azienda italiana nel settore ambientale per volume d’affari generato: risultato dell’esperienza e delle competenze acquisite dal gruppo A2a in Italia e all’estero nelle attività di progettazione e realizzazione di impianti, nella raccolta, trattamento, riciclo e smaltimento dei rifiuti con recupero di energia elettrica e calore. A2a Ambiente ha un margine operativo lordo complessivo di oltre 250 milioni.
La costituzione di A2A Ambiente sta avvenendo proprie in queste settimane in due fasi: la prima di riassetto impiantistico -appena conclusa- che ha visto il trasferimento in A2A Ambiente dei grandi impianti di trattamento e smaltimento e una seconda fase di semplificazione della struttura societaria del gruppo, che si concluderà entro il 2013, in cui le partecipazioni nelle società Amsa, Aprica e Partenope Ambiente, interamente controllate dalla capogruppo A2A, verranno conferite ad A2A Ambiente. La società ha una dotazione impiantistica diffusa in Italia – con una maggior presenza in Lombardia – e all’estero.
Insomma, Waste Italia sembra una preda interessante per permettere alla controllata della utility lombarda di crescere ulteriormente. Ma, come anticipato, in corsa ci sarebbero anche altri gruppi.
In particolare, secondo le indiscrezioni in corsa ci sarebbe un gruppo cinese. Un riassetto di Waste Italia sembra possibile anche in ragione delle ultime vicissitudini del gruppo.
La società ha appena firmato un accordo di riscadenziamento con il pool di istituti che comprende Bnl, Centrobanca, Interbanca, Iccrea e Unicredit. Ma, soprattutto, nei mesi scorsi c’erano inoltre state tensioni tra i soci di Waste Italia. Motivo del contendere tra Pietro Colucci e il fondo Synergo riguardava proprio le possibili opzioni di uscita dall’investimento.
Queste tensioni sarebbero state ricucite nelle ultime settimane, anche se una revisione dell’azionariato del gruppo sembra ormai probabile. All’orizzonte c’era anche una possibile fusione con Kinexia, la quotata delle rinnovabili di cui sempre Colucci è azionista di controllo e che con Waste è una delle attività in mano alla holding dell’imprenditore Sostenya.
I possibili compratori starebbero visionando ora i numeri dell’azienda. Il piano industriale al 2018 di Waste Italia prevede investimenti per circa 30 milioni di euro con l’obiettivo di raggiungere un fatturato vicino ai 100 milioni. Il margine operativo lordo dovrebbe avvicinarsi ai 20 milioni di euro. Nel giro di qualche anno il target di fatturato si avvicina però a circa 150 milioni di euro con 50 milioni di margine operativo lordo.