Allarme dei sindacati: gli yacht Ferretti chiudono gli stabilimenti in Italia? Dal private equity all'arrivo dei cinesi, storia di una crisi causata dalla finanza

L'annuncio è arrivato oggi tramite un comunicato dei sindacati Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cigl. Alcuni stabilimenti del gruppo Ferretti, secondo quanto sostengono le sigle sindacali potrebbero essere chiusi in Italia con conseguenze drammatiche sul piano occupazionale. Due anni fa il gruppo, quando era vicino a portare i libri in Tribunale, era stato rilevato dal colosso cinese Weichai. Nel piano di rilancio allora sottoscritto il gruppo cinese si era impegnato al rilancio del marchio e dei prodotti Ferretti garantendo la riconferma di tutti gli stabilimenti produttivi del gruppo.

Ma, a distanza di due anni, ci potrebbe essere la doccia fredda per un gruppo che garantisce lavoro a tantissime persone, fra stabilimenti diretti e indotto. Non è ancora chiaro cosa deciderà Weichai per la controllata italiana ma la storia di Ferretti va un attimo ricordata perché si tratta sicuramente di una delle vicende degli ultimi anni più critiche per il mondo finanziario e imprenditoriale, vista la perdita di valore che è stata causata per il gruppo Ferretti, un brand simbolo del Made in Italy.

Infatti i guai della società italiana non nascono soltanto con la crisi del settore nautico. Ma la crisi è nata prima ed è stata causata dalla cupidigia dei molti investitori finanziari che si sono alternati nell'azionariato dell'azienda, affiancando il fondatore Norberto Ferretti, caricandola di debito fino a rendere impossibile la crescita, tanto più in un periodo di crisi.

E' stato nei primi anni 2000 che i fondi di private equity stranieri hanno cominciato a passarsi da una mano all'altra l'azienda a valutazioni sempre superiori per arrivare a incassare laute plusvalenze. Da Permira fino a Candover, con il comune denominatore della presenza in azienda del fondatore Norberto Ferretti. E mentre le valutazioni del gruppo aumentavano sempre di più cresceva anche il debito contratto con le banche. Ma come in casi del genere c'è sempre chi resta con il cerino in mano. Con la crisi economica e finanziaria era stato il fondi inglese Candover a restare con il cerino in mano, mentre altri erano riusciti a scappare dal Titanic in avaria prima che la nave affondasse. 

Il gruppo era quindi stato oggetto di un pesante processo di ristrutturazione e alla fine le banche, ormai diventate azioniste, avevano deciso di cederlo. Impresa non semplice visto che l'azienda era stata pesantemente colpita dalla crisi economica e finanziaria. Tanto che due anni fa Ferretti aveva rischiato di portare i libri in Tribunale  prima che spuntasse il cavaliere bianco cinese. Quel gruppo Weichai che si era presentato davanti ai lavoratori di Ferretti come il salvatore, spiegando che la ricetta magica per far crescere il business era quella di espandere l'attività nel ricco mercato cinese. Del resto, proprio in Cina stanno aumentando a vista d'occhio i milionari intenzionati a comprarsi uno yacht. Ma oggi, se fosse vero l'allarme lanciato dai sindacati, la favola potrebbe ritramutarsi in un dramma. Alcuni stabilimenti in Italia potrebbero essere chiusi. Come dire. Va bene vendere gli yacht ai milionari asiatici, va bene appropriarsi della tecnologia italiana e di un marchio simbolo del Made in Italy, ma per farlo non sarà più necessario produrre in Italia. Una fine davvero ingloriosa per il marchio nazionale. E l'allarme dei sindacati, se fosse vero e aderente alla realtà dei fatti, questa volta non dovrà non essere ascoltato.


  • gabriella |

    San Giovanni in Marignano (RN) è stato chiuso, il cantiere di Forlì è quasi in chiusura, e barche del calibro “Navetta” e CL 100, che prima dava lavoro a molte persone a Cattolica, di cui anche alle ditte artigiane esterne, sono andati a finire in Liguria, Cos’altro aspettarci dalla “nuova gestione”? Certo non cose propizie, piuttosto un abbandono di un’era d’oro per l’industria Italiana, visto che probabilmente si trasferirà tutto in oriente tra qualche anno, dicendo così addio ad un grande colosso italiano quale è Ferretti.

  • gabriella |

    San Giovanni in Marignano (RN) è stato chiuso, il cantiere di Forlì è quasi in chiusura, e barche del calibro “Navetta” e CL 100, che prima dava lavoro a molte persone a Cattolica, di cui anche alle ditte artigiane esterne, sono andati a finire in Liguria, Cos’altro aspettarci dalla “nuova gestione”? Certo non cose propizie, piuttosto un abbandono di un’era d’oro per l’industria Italiana, visto che probabilmente si trasferirà tutto in oriente tra qualche anno, dicendo così addio ad un grande colosso italiano quale è Ferretti.

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