Un memorandum of understanding sarebbe stato firmato negli scorsi giorni. A sottoscriverlo i rappresentanti di Codere, multinazionale spagnola nel settore del gioco (57.000 terminali, 190 sale gioco, 798 punti scommesse, 13 casinò e 3 ippodromi) e i rappresentanti londinesi della BPlus, la società di proprietà dell’imprenditore Francesco Corallo, latitante dal maggio scorso dopo un mandato di arresto, nella bufera per un’inchiesta della Procura di Milano per il caso dei «finanziamenti facili» erogati dalla Banca Popolare di Milano all’epoca di Massimo Ponzellini.
Catanese, Corallo ha costituito un impero del gioco d’azzardo in Italia gestendolo da Londra, da Cipro e da Roma: con 90mila slot machine e una quota di mercato vicina al 25-30 per cento. Tutto è andato bene a Corallo finchè non sono emersi i prestiti facili di Ponzellini alla Bipiemme, le protezioni politiche e gli intrecci ventilati con la malavita. Scattato l’intervento della Procura, la società è finita sul mercato. Ora le trattative sarebbero, secondo le indiscrezioni, in corso a Londra dove una banca d’affari le starebbe seguendo in prima persona. La cessione di BPlus sembra una via obbligatoria. I Monopoli di Stato hanno infatti inviato una lettera all’azienda, annunciando che nel caso non verrà trovato un compratore entro il prossimo 20 settembre, verranno tolte le licenze sulle slot machines e quindi spente le 90mila macchinette di BPlus sul territorio nazionale: sulla decisione dei Monopoli ha influito un’informativa (su richiesta del Tribunale di Milano) del Prefetto di Roma che aveva giudicato la società soggetta a rischi di infiltrazione mafiosa .
Le trattative con Codere sarebbero in fase avanzata, ma non è detto che l’accordo possa essere concluso con successo. In gioco ci sarebbero diverse variabili. I possibili compratori si sono avvicinati infatti al dossier con molta prudenza: spaventa in particolare l’inchiesta della Procura. C’è, poi, il nodo del prezzo di vendita dell’azienda (circa 800 milioni di valutazione sulla base di un margine operativo lordo di un centinaio di milioni) e quello, ancora più complesso, della multa comminata dalla Corte dei Conti. Dopo una battaglia legale durata quasi 5 anni, la Corte ha infatti condannato dieci concessionari del gioco a pagare penali per 2,5 miliardi per i loro disservizi del periodo 2004-2006. Alla BPlus è stata data la multa più sostanziosa: circa 600-800 milioni. Infine per andare a buon fine, la trattativa ha bisogno del via libera da parte dei Monopoli di Stato.
L’ipotesi Codere resta la più probabile, ma non sarebbe l’unica. Anche qualche fondo d’investimento avrebbe mostrato interesse per BPlus. Resta infine l’ipotesi dello spezzatino, nel caso non venisse trovata una soluzione: il parco macchine di BPlus potrebbe essere suddiviso per quote di mercato tra gli altri operatori. Ad avvantaggiarsene potrebbero essere una decina di concessionari, tra i quali Lottomatica, Sisal, Snai, Cogetech.