Fusione tra Veneto Banca e Vicenza a caccia dei capitali dei private equity

Oggi i Cda di Veneto Banca e di Popolare di Vicenza si riuniranno per la prima volta pubblicamente assieme per presentare la proposta di conciliazione con i propri quasi 200mila azionisti, il cui capitale è stato distrutto dalle gestioni passate che hanno fatto capo a Gianni Zonin e Samuele Sorato a Vicenza e Flavio Trinca e a Vincenzo Consoli a Montebelluna: con 11 miliardi bruciati. Ci si attende un’offerta tombale tra il 15 e il 20 per cento del capitale. Nel frattempo procede il progetto di fusione tra Veneto banca e Vicenza e il lavoro dell’azionista (il fondo Atlante gestito da Quaestio Sgr) che ha versato un altro miliardo nelle casse dei due istituti e dovrà ulteriormente ripulire il portafoglio di non performing loan. Atlante ha fatto anche qualche riassetto del management con l’arrivo di Gabriele Piccini (da Unicredit) all’area commerciale di Veneto banca e Enrico Maria Fagioli (ex manager di Efibanca e Mps) all’area Finanza e Partecipazioni. Ma ciò su cui si starebbe lavorando, secondo quanto risulta a questa rubrica, per far decollare il progetto di fusione tra Veneto Banca e Vicenza è anche l’ingresso di un private equity nel matrimonio tra le due banche. Per rendere solido il legame, serviranno infatti altri capitali. Atlante punta a far camminare con le proprie gambe la nuova realtà e sarà quindi necessaria la sponda di un nuovo azionista. Per questo motivo, secondo i rumors raccolti da questa rubrica, si guarderebbe a un grande private equity statunitense.