La super cordata Bain, Advent, Temasek punta sulla Allfunds di Intesa e Santander

Parte la vendita della piattaforma di fondi Allfunds. A cedere il gruppo sono gli azionisti Banco Santander e Intesa Sanpaolo (affiancati dagli advisor Bank of America Merrill Lynch e Morgan Stanley) che possiedono entrambi una quota paritetica (il 50 per cento) nella joint venture. Il gruppo spagnolo possiede la propria partecipazione tramite la sua società di asset management, dove sono in minoranza i fondi Warburg Pincus e General Atlantic. I teaser sarebbero, secondo le indiscrezioni, stati inviati in questi giorni e sarebbero già una decina le manifestazioni d’interesse. Si sarebbe, in particolare, costituito un mega-consorzio tra i privati equity Bain Capital e Advent (gli stessi che in Italia hanno comprato l’Istituto centrale delle banche popolari) affiancati dal fondo sovrano di Singapore Temasek. Ma pronti all’offerta sarebbero anche altri gruppi finanziari esteri come Cinven, Apax, Permira e Cvc, tutti specializzati anche nell’acquisizione di asset finanziari. Infine della partita sarebbero altri gruppi industriali come Bank of New York Mellon e State Street. Le offerte preliminari, dopo la raccolta delle manifestazioni d’interesse, sono attese nella seconda settimana di gennaio. Allfunds verrebbe valutata 16 volte un Ebitda di 107 milioni nel 2015, cioè 1,7 miliardi di euro. Nata nel 2000 con lo scopo di aiutare le principali società finanziarie mondiali ad accedere al mercato ad architettura gestionale aperta dei fondi di investimento, Allfunds ha circa 200 miliardi di asset under management. Nel 2003 Sanpaolo Imi aveva acquistato il 50% della società portato poi in dote ai tempi della fusione con Intesa. Oggi l’assetto è rimasto quello di allora. L’alleanza italo-spagnola genera un utile netto consolidato che lo scorso anno ha superato i 68,9 milioni, a fronte dei 46,3 del 2014. Un nuovo dossier finisce dunque sulla scrivania dell’amministratore delegato Carlo Messina, sul capitolo cessioni, dopo la vendita di Setefi. Inoltre proprio la banca ha avviato da circa tre settimane un processo di valorizzazione su un portafoglio di 2,5 miliardi di sofferenze. Secondo fonti di mercato, per la quota attualmente in carico a Intesa Sanpaolo (attraverso Eurizon) per circa 140 milioni potrebbe essere ottenuta una ricca plusvalenza visto che il deal potrebbe vedere una valorizzazione del pacchetto azionario intorno al miliardo.