Fossati a New York per raccogliere almeno il 20% degli istituzionali Telecom Italia

È una partita a scacchi quella che si sta a giocando in vista della prossima assemblea di Telecom Italia. Marco Fossati, che con la sua Findim è passato dal 4% al 5% del capitale azionario dell’ex-monopolista telefonico, sarebbe infatti in queste ore a New York a cercare l’appoggio di alcuni grandi investitori istituzionali, azionisti della società italiana. A New York c’è infatti la sede americana della Findim, costituita quando ancora l’imprenditore era a capo del gruppo alimentare Star, ma ci sono anche molti dei grandi istituzionali che ora stanno assistendo alla battaglia per Telecom Italia fra Telefonica e gli azionisti di minoranza. A cominciare da Blackrock, il re americano dei gestori che possiede il 5,1% di Telecom Italia. Secondo indiscrezioni Fossati sarebbe volato a New York per incontrare i manager di Blackrock e di altri grandi fondi.
Ma il suo tentativo è estremanete complesso e difficile. Il suo obiettivo è quello di fare di Telecom Italia una grande public company, sul modello anglosassone, catalizzando nel consiglio di amministrazione alcuni nomi di spicco.
Secondo indiscrezioni Fossati potrebbe presentare il suo piano per Telecom Italia prima del 7 novembre, quando ci sarà il consiglio di amministrazione di Telecom Italia che dovrà convocare l’assise.
Secondo rumors raccolti dal servizio di news Deal Reporter, Fossati punterebbe almeno a superare la soglia del 20% di supporto tra gli investitori istituzionali che appoggiano il suo piano. Se si aggiunge l’1% di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti della società, l’imprenditore di Findim potrebbe arrivare in assemblea per giocarsi la partita con Telefonica-Telco, che possiede il 22,4 per cento. Insomma, potrebbe essere una sfida da giocarsi sul filo del rasoio.
Tranne che, nel frattempo, il gruppo iberico non sia riuscito a riunire blocchi di voti in vista dell’assemblea. Indiscrezioni di qualche settimana fa parlano di due grandi broker internazionali attivi nell’acquisto di azioni. Difficile dire per chi si siano mosse queste banche d’affari, ma esiste il sospetto che siano potenziali alleati di Telefonica.
Sul tema anche l’Asati, in relazione alle indiscrezioni secondo cui Telefonica ha chiesto a Georgeson (società specializzata in raccolta deleghe) di affiancarla in vista della prossima assemblea di Telecom Italia sulla revoca del cda, ha scritto al governo e alla Consob spiegando che «questa azione dimostra in maniera inequivocabile non solo che Telefonica controlla Telco, ma contemporaneamente ha una influenza diretta su Telecom Italia, sollecitandone la raccolta deleghe per l’assemblea degli azionisti a sostegno dell’attuale Cda, che risulta espressione diretta di Telefonica».