Vivendi propone a Mediaset una coabitazione di tre anni su Premium. Nuovo piano per la piattaforma

Vivendi lavora ad una proposta su Mediaset Premium che preveda un periodo di compartecipazione per 3 anni, con quote al 40% per entrambi ed un 20% ceduto a fondi di private equity. Anche Telefonica potrebbe mantenere il proprio 11% nella società. Gli ultimi rumors indicano che la proposta originaria verrebbe dunque modificata, anche se resta da capire se Mediaset accetterà o meno i cambiamenti proposti. L`accordo non prevederebbe uno scambio azionario fra i due gruppi, ma Mediaset riceverebbe solo cash. Al termine dei tre anni, con Premium in break even, Vivendi potrebbe però rilevare l’intera piattaforma.
Gli analisi oggi sono abbastanza scettici sui nuovi termini dell’accordo. Un accordo senza uno scambio azionario, secondo gli esperti di Equita, ridurrebbe infatti l’appeal speculativo sul titolo e le possibilità di future collaborazioni, sia con Telecom Italia che per creare JV nel settore della produzione dei contenuti europei. Però il deconsolidamento di Mediaset Premium e la definizione di un eventuale wayout sarebbe positivo per Mediaset, evitando di consolidare future perdite dalla pay-tv. I tempi per la negoziazione sono comunque stretti, perché a gennaio potrebbe esserci l’asta per i diritti della Champions 2018-21.
Nel frattempo, come anticipato da Radiocor, Mediaset Premium sta lavorando a una ‘revisione profonda’ del perimetro delle proprie attivita’ a causa dell’impasse con Vivendi sul futuro della tv a pagamento. E’ l’indicazione fornita a fine settembre dal management in occasione di un’assemblea degli azionisti di Premium che ha deliberato sul rafforzamento patrimoniale da 140 milioni gia’ definito nella scorsa primavera. Dopo lo stop alla cessione della pay-tv al gruppo francese, riporta il verbale dei lavori assembleari consultato da Radiocor, sara’ effettuata una revisione profonda per capire quale sara’ il perimetro del business e il relativo profilo finanziario ed economico di Mediaset Premium spa da ora in avanti per tenere conto dell’impatto negativo sulle attivita’ derivante dall’interim management, cioe’ dalla fase di gestione ‘ibrida’ tra vecchio e nuovo azionista di Premium (cioe’ Mediaset e Vivendi se fosse completata l’operazione di vendita) partita con la firma del contratto vincolante dello scorso 8 aprile. La gestione in coabitazione tra i due gruppi media, almeno sulla carta visto che di fatto Vivendi ha fatto un passo indietro a partire dal mese di luglio, sta portando a rallentamenti e cambiamenti di programma sia sul fronte dei costi operativi sia sul fronte dei nuovi investimenti e la volonta’ di Mediaset di confermare questa modalita’ di azione anche dopo il 30 settembre (data inizialmente concordata per il closing della vendita di Premium) ha reso necessario rivedere alcuni progetti come gia’ emerso di recente con lo stop alla distribuzione dei canali Disney Channel e Disney Junior. Sara’ confermato invece il lancio del nuovo canale ‘crime’ Investigation Discovery.
L’assemblea degli azionisti di Mediaset Premium di fine settembre ha formalizzato l’approvazione della situazione patrimoniale della societa’ da cui e’ emerso una perdita di periodo di 100,78 milioni di euro: anche al netto della perdita di 63,6 milioni realizzata nei primi tre mesi dell’esercizio e gia’ ripianata a maggio, il patrimonio netto ha raggiunto un valore negativo imponendo quindi la ricostituzione dello stesso. L’ulteriore perdita di 37 milioni circa e’ stata ricoperta per 30 milioni tramite azzeramento del capitale sociale e per 7 milioni procedendo a un aumento da 30 milioni di euro. Oltre a questa operazione di ricapitalizzazione, l’assemblea ha poi deliberato un ulteriore aumento da 110 milioni da eseguirsi successivamente presumibilmente per riportare le disponibilita’ di Premium al livello in cui erano a inizio 2015 con il lancio della nuova pay-tv con azionisti Mediaset e Telefonica.