Quelle relazioni forti tra Jp Morgan e Renzi sulla vicenda Mps: la banca Usa garantirà circa 9 miliardi tra Npl e aumento di capitale

C’è un legame forte che ormai si sta prospettando nel mondo finanziario e politico italiano: quello tra il colosso statunitense del credito Jp Morgan Chase (nella foto l’Ad Jamie Dimon) e il governo di Matteo Renzi. Un legame che è stato confermato dall’incontro di alcuni giorni fa tra Jamie Dimon, amministratore delegato del gruppo Usa, e il premier Renzi. Ma perché una delle istituzioni americane, molto vicina alla politica Usa, sta avvicinandosi così alla realtà finanziaria italiana. Ebbene, Jp Morgan dovrebbe, secondo le indiscrezioni degli scorsi giorni, finanziare con 6 miliardi di euro il veicolo di cartolarizzazione che rileverà i circa 10 miliardi di euro netti di Npl di Mps, intervento necessario soprattutto in vista che venga concretizzata la garanzia pubblica (cioè i Gacs) sulla parte senior della mega emissione. Ma non è tutto. La stessa Jp Morgan dovrebbe essere la banca capofila (insieme probabilmente all’italiana Mediobanca) dell’aumento di capitale, per una cifra che potrebbe essere intorno ai 3 miliardi, della stessa Mps, necessario dopo la pulizia dei crediti. Ora il dossier sarebbe all’esame di Bruxelles. Insomma, sembra proprio che nell’incontro tra Dimon e Renzi di alcuni giorni fa si sarebbe parlato di Mps e del suo salvataggio. Del resto la banca Usa entrerebbe in campo con una cifra attorno ai 9 miliardi di garanzie varie. Non è una novità la vicinanza di Jp Morgan con Matteo Renzi. Già quando era sindaco di Firenze, alcuni anni fa, gli incontri con Dimon erano stati ripetuti, soprattutto alla luce dell’attività di consulente per il colosso Usa dell’ex-premier britannico Tony Blair. Nel 2012 la banca d’affari statunitense aveva infatti organizzato una cena a palazzo Corsini a Firenze. Il padrone di casa Jamie Dimon aveva invitato l’allora sindaco della città Renzi e il consulente speciale della banca, Blair. Due anni dopo la scena si era spostata Oltremanica con gli onori di casa dell’ambasciatore italiano a Londra Pasquale Terracciano.