Contro-opa di Bonomi e soci storici su Rcs: a 0,70 ora il prezzo è più congruo. Gli errori di Cairo e i rischi per Investindustrial nell'editoria

Andrea Bonomi e la sua Investindustrial, affiancati dai soci storici del gruppo editoriale, lanciano l’Opa su Rcs, editore del Corriere della Sera. Ormai erano mesi che le indiscrezioni su un ingresso in campo di Andrea Bonomi si susseguivano. A tessere la tela Mediobanca, advisor dell’operazione, che ha cercato negli ultimi tempi, subito dopo l’Ops lanciata da Urbano Cairo, un investitore disposto a iniettare risorse per fare una contro offerta. Dopo tanta ricerca lo ha trovato in Bonomi. Il significato è dunque chiaro: sbarrare la strada a Cairo, che forse avrebbe dovuto mettere sul piatto un prezzo più congruo e meno opportunistico. Lo avesse fatto, forse, non ci sarebbe stata la contro-offerta. Ora il prezzo di Bonomi e soci sembra sicuramente più fair, più congruo. Anche se continuano ad esserci dubbi sulla cosiddetta struttura “del condominio” per un gruppo editoriale. Fino ad oggi, nell’editoria, soprattutto quella tradizionale, ha funzionato la compagine azionaria con un unico azionista, in genere un editore puro. Quando, invece, si forma un condominio, cioè una compagine di soci, un’azienda editoriale tende a perdere di vista gli obiettivi. Così è stato per Rcs in questi anni: dal 2011 Rcs ha bruciato 120 milioni di cassa ogni anno, 10 milioni al mese. Insomma, una cattiva gestione che ha dovuto cedere, anzi svendere, i gioielli di famiglia (libri e radio) pur di ripagare i debiti con le banche. Altro punto interrogativo riguarda Investindustrial, che Mediobanca ha condotto nella contesa per via Solferino. Gli investimenti nell’editoria tradizionale generalista, fino ad oggi, poco si sono adattati a un investitore di private equity. Anzi, ad oggi i private equity si sono ben guardati dall’investire nell’editoria tradizionale. Insomma, il rischio è che Investindustrial possa perderci, anziché guadagnarci, da un investimento in Rcs. Ma bisogna anche dire che la società di Bonomi, ormai, più che un investitore di private equity, sta diventando sempre più una holding di investimento con logiche leggermente diverse, meno speculative e più di lungo periodo. Inoltre bisogna dire che entrare in Rcs a 0,70 euro potrebbe rivelarsi un affare nel caso in cui il piano dell’Ad Laura Cioli dovesse concretizzarsi. Ma analizziamo l’offerta lanciata poco fa.
La struttura
La nuova offerta vede in pista il gruppo Investindustrial di Andrea Bonomi, alleato appunto a Mediobanca, Diego Della Valle, Unipol Sai e Pirelli. L’Opa su Rcs è a 0,70 euro. La nuova società veicolo farà capo per il 45% alla società di Andrea Bonomi e per il 55% in misura paritetica agli attuali azionisti di Rcs.
Il premio
I soci di Rcs, Diego Della Valle (7,32%), Mediobanca (6,25%), UnipolSai (4,59%) e Pirelli (4,43%) conferiscono alla newco creata con Investindustrial (International Acquisitions Holding) il 22,6% di Rcs già nei loro portafogli. La newco lancerà un’Opa volontaria sul residuo 77,4% delle azioni ad un prezzo di 0,70 euro per azione. Il prezzo, offerto per cassa, incorpora un premio del 68,4% rispetto al corso di borsa del 7 aprile scorso, data antecedente l’annuncio dell’Ops promossa da Cairo Communication, e del 17,0% rispetto a quello di chiusura di venerdì 13 maggio 2016.
La società veicolo
NewCo non avrà debiti finanziari e farà fronte all’esborso per l’Opa mediante mezzi propri messi a disposizione da Investindustrial e dai soci Rcs che a valle dell’operazione possiederanno rispettivamente il 45% e il 55%. Quest’ultima quota sarà detenuta paritariamente in misura del 13,75% dai soci Rcs. L’operazione non è finalizzata alla revoca dalla quotazione delle azioni Rcs sul Mercato telematico azionario.
Il piano industriale
I soci si sono impegnati a dotare NewCo di ulteriori risorse finanziarie per sottoscrivere la quota di propria competenza di eventuali aumenti di capitale di Rcs, di massimi 150 milioni di euro, al fine di consentire la creazione di uno dei principali gruppi multimediali di portata internazionale. Il piano punterà sul digitale e sfrutterà in particolare le sinergie in altri ambiti, in particolare nello sport, nell’organizzazione di eventi grazie a marchi come La Gazzetta dello Sport in Italia e Marca in Spagna.