Zunino torna all'attacco su Risanamento e porta la cessione francese in tribunale

È senza fine la controversia sul gruppo immobiliare Risanamento. Ieri gli avvocati di Sistema Holding avrebbero infatti depositato un altro atto di impugnazione, dopo quello ritirato una decina di giorni fa, contro la decisione del consiglio di amministrazione di giovedì scorso di cedere i palazzi parigini al fondo Chelsfield.

Inoltre la stessa Sistema Holding avrebbe chiesto la convocazione d’urgenza di un’assemblea in cui punterebbe a sfiduciare l’attuale board per aver dato il via libera alla vendita del patrimonio parigino, malgrado – secondo i legali di Sistema Holding – la non attuabilità dell’operazione all’interno di una procedura di ristrutturazione secondo l’articolo 182 bis della legge fallimentare.
Si tratterebbe di un estremo tentativo dell’ex proprietario Luigi Zunino di tornare in possesso della sua azienda. In effetti ormai le chance sembrano ridotte ma Zunino, che aveva provato anche a proporre un’Opa a fianco del finanziere statunitense Tom Barrack, non si darebbe ancora per vinto e confiderebbe in una vittoria davanti al Tribunale di Milano, in modo da capovolgere i destini dell’azienda.
La scorsa settimana la vicenda sembrava ormai al suo atto finale con il via libera all’operazione di cessione dei palazzi di Parigi a Chelsfield, transazione che ha avuto il benestare anche delle banche azioniste. In particolare, sarebbe stata una lettera firmata dall’Ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, che avrebbe ricalcato la lettera già spedita da Unicredit qualche settimana fa, a indicare che la soluzione Chelsfield era quella preferibile. Questa scelta comporterebbe un impegno finanziario abbastanza di rilievo per Unicredit e Intesa Sanpaolo, che si dovranno sobbarcare i finanziamenti su Risanamento del Banco Popolare, creditore del Sistema Holding di Luigi Zunino e contrario all’operazione Chelsfield fin dall’inizio. Il Banco infatti si sarebbe detto favorevole alla transazione solo a condizione di riavere indietro i suoi soldi.
Insomma, malgrado qualche voce ancora poco favorevole, il deal sembrava chiuso. Ma ora Zunino prova a giocare l’ultima carta.