Pirelli cinese: ecco tutte le banche (e i banchieri) del deal dell'anno

Un mega prestito da 8 miliardi di dollari. E’ questo il pre-finanziamento targato Jp Morgan che rappresenta, ormai da qualche settimana, l’impalcatura dell’operazione tramite la quale i cinesi di China National Chemical Corporation faranno il loro ingresso nel gruppo Pirelli con il riassetto di tutta la galassia Camfin che girava attorno ai precedenti azionisti: cioè Marco Tronchetti Provera, Le banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit), i russi di Rosneft e altri azionisti minori come i Rovati e la famiglia Diaz Pallavicini. Il pre-finanziamento da 8 miliardi di dollari e’ il primo passo per la successiva condivisione dell’impegno finanziario con altre banche. Unicredit si dovrebbe infatti prendere carico di metà’ del finanziamento, quindi dovrebbe sottoscrivere una cifra di 4 miliardi sugli 8 pre-garantiti da Jp Morgan. Un tema sul tavolo del consiglio di amministrazione di Unicredit della tarda serata di ieri. Successivamente il prestito, in una prima fase suddiviso in parti uguali fra Jp Morgan e Unicredit, potrebbe essere negoziato e condiviso con altre banche in pool e la stessa Intesa Sanpaolo potrebbe intervenire con un finanziamento per una cifra pari a quella di Unicredit. Al momento per la banca guidata da Carlo Messina non sarebbe però previsto un consiglio per deliberare l’operazione. Se questa e’ da un lato la struttura, finanziariamente complessa, della transazione che porterà al riassetto della galassia Pirelli-Camfin, dall’altro lato c’è’ il dietro le quinte delle trattative che hanno portato a questo esito. Per Unicredit l’operazione e’ stata seguita direttamente dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni, dal capo del risk management Alessandro Decio e dal responsabile dei grandi clienti, Davide Mereghetti. Ma è’ stato folto anche il plotone degli advisor finanziari al lavoro ormai da diverse settimane sul dossier. Per conto di Pirelli si è’ mossa la struttura di Lazard, che nei giorni scorsi era a Mosca per presentare la struttura dell’operazione all’azionista russo Rosneft, che esce ridimensionato nel suo ruolo di socio, pressato dalle sanzioni internazionali a Mosca. Il nuovo socio porterà’ la bandiera cinese sullo storico gruppo italiano con un impegno finanziario e un ruolo di azionista che non era riuscito a Rosneft. Proprio China National Chemical Corporation, un colosso da 70 miliardi di dollari di fatturato, sarebbe stato fin dall’inizio interessato a un investimento pesante in Pirelli e avrebbe battuto la concorrenza delle altre conglomerate asiatiche. Ad assistere la conglomerata di Pechino sul dossier, che potrebbe essere affiancata da Bank of China nell’operazione, sarebbe stata la banca d’affari Rothschild con un team guidato dall’amministratore delegato in Italia Alessandro Daffina. Ora, definita l’architettura finanziaria, si attende che il riassetto entri nel vivo: con il trasferimento dell’intera partecipazione detenuta da Camfin a un prezzo di 15 euro per azione a una società italiana di nuova costituzione, controllata da China National Chemical Corporation, con un contestuale reinvestimento di Camfin in questa società. L’opa avverrà poi allo stesso prezzo.