Etruria commissariata da Banca d'Italia. Il mese terribile dell'istituto: dai sospetti sul trading fino ai crediti deteriorati

La Banca d’Italia va giù dura sull’Etruria. Via Nazionale ha infatti deciso il commissariamento della Popolare dell’Etruria e del Lazio, l’istituto di credito vicepresieduto da Pier Luigi Boschi, papà della ministra delle Riforme Maria Elena. Come commissari, secondo quanto indicato da Radiocor, sarebbero stati scelti Riccardo Sora e Antonio Pironti. La decisione dell’autorità di Palazzo Koch sembra sia stata comunicata mentre è in corso il Cda della banca per l’approvazione dei conti del 2014. Etruria era da tempo era in cerca di un partner finanziario e un incarico in questa direzione era stato affidato a Mediobanca.
Di sicuro, la vicenda Etruria resta oscura sotto numerosi aspetti. Un po’ come la sua storia degli ultimi decenni, secondo la quale è stata dipinta da molti organi di stampa come un feudo della massoneria toscana. Di oscuro c’è molto anche di recente. A cominciare dalla corsa delle azioni sulla scia dell’annuncio della riforma delle Popolari varata dal governo di Matteo Renzi. Un 65% che ha visto gli scambi partire da Londra, piazza finanziaria su cui si sarebbe concentrata un’intensa attività sui titoli di alcune banche popolari quotate in Borsa nei giorni precedenti l’annuncio e il varo della riforma. Chi ha comprato e venduto in quei giorni? Difficile dirlo visto che il trading è stato fatto con lo schermo di paradisi fiscali. Si era parlato di hedge fund inglesi e la Consob proprio oggi ha indicato che grazie alle vendite anomale sulle banche popolari ci sono state plusvalenze per 10 milioni. Anche il gestore Davide Serra, che opera da Londra attraverso il fondo Algebris e vicino al premier Renzi, era stato coinvolto dalle polemiche delle posizioni accumulate sulle Popolari. Serra aveva però smentito spiegando che gli investimenti di Algebris sulle Popolari erano datati e non c’entravano con la riforma.
Di sicuro, la mossa di Banca d’Italia sembra arrivata per porre fine a questa opacità che continua a regnare sull’Etruria, malgrado le buone intenzioni del progetto di trasformazione in Spa deliberato dal Cda dello scorso agosto e la volontà di un rafforzamento patrimoniale ottenibile con l’ingresso di un partner bancario. Gli ultimi numeri ufficiali della banca, relativi ai nove mesi 2014, mostrano una perdita consolidata di 126,1 milioni. Ma quello che preoccupa di più sono i crediti deteriorati, ben più elevati della media di sistema. Insomma, il commissariamento sembra il primo capitolo di una vicenda che potrebbe avere colpi di scena nelle prossime settimane. Resta da capire cosa succederà in Borsa nei giorni a seguire. Di sicuro chi da Londra ha fatto trading nelle scorse settimane, all’indomani della riforma sulle Popolari, ha già incassato e messo le plusvalenze in cassaforte.