C'era un cinese in bus. Pechino vuole davvero comprare la romana Atac?

C’era un cinese in bus. C’è da pensare a Carlo Verdone e al suo film “C’era un cinese in coma” per interpretare l’uscita dell’assessore ai trasporti del Comune di Roma, Guido Improta. «Siamo in trattative con dei partner cinesi che sono interessati anche al perimetro industriale di Atac» ha spiegato l’assessore. Questa la dichiarazione ufficiale. Davvero i cinesi sono interessati a comprare l’Atac? Tra gli addetti ai lavori del settore l’uscita ha creato un po’ di ironia. La candidata sarebbe il gruppo King Long United Automotive Industry Co, la cui attività è principalmente focalizzata sullo sviluppo, produzione e vendita di autobus di lusso di grandi e medie dimensioni e di furgoni leggeri. Ma per quale motivo una società cinese che produce bus dovrebbe investire e comprare parte del capitale azionario di Atac, società fra l’altro in perdita? Più probabile invece che i cinesi vogliano vendere i loro bus al Comune di Roma. Insomma, si tratterebbe solo di un accordo commerciale per ringiovanire la flotta (in parte ancora vetusta) della Capitale. Per iniettare nuovi capitali agognati in Atac bisognerà probabilmente attendere altro tempo e così dovranno fare i romani, impegnati ogni giorno alle fermate dei bus a sperare che la buona sorte li accompagni in modo da arrivare in orario in ufficio. Insomma, la strada più concreta non è certo quella di guardare ai capitali arabi, cinesi o di qualche altra parte esotica del mondo. Investitori che non hanno certo l’anello al naso.

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