Cartiere Burgo, verso iniezione da 300 milioni da parte delle banche

Primo obiettivo: mettere in sicurezza la società. Secondo obiettivo: cercare un partner per un matrimonio. È deciso l’ammontare di risorse per rienquilibrare lo stato patrimoniale di Burgo, azienda cartaria vicentina della famiglia Marchi, con un giro d’affari di 2,6 miliardi. Le banche (Mediobanca, anche azionista con il 22%, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Popolare) avrebbero trovato con gli advisor Leonardo & Co e Rothschild la quadratura per salvare la società: verranno emessi strumenti finanziari partecipativi per 200 milioni più titoli convertibili (in strumenti partecipativi) per 100 milioni. In tutto, 300 milioni. Risorse che serviranno a riequilibrare la situazione della società che ha un miliardo di debito di cui 800 a medio-lungo termine. Il passo successivo sarà trovare un partner per un’unione: si fa il nome di Lecta-Cartiere del Garda di proprietà del fondo Cvc.