Sette matricole su 10 fanno dietro-front a Piazza Affari. Congelata anche Ovs

Piazza Affari si prepara alla fine dell’anno archiviando per ora il dietro front di quasi tutte le matricole. L’ultima che potrebbe “congelare” la quotazione, almeno per quest’anno, e’ il gruppo della grande distribuzione Ovs. La settimana entrante il fondo Bc Partners, secondo le indiscrezioni, dovrebbe incontrare l’advisor Lazard e le banche global coordinator dell’offerta per fare il punto sul progetto di Ipo. Probabile che Ovs decida di aspettare il momento migliore per lo sbarco, che a questo punto potrebbe essere ragionevolmente il prossimo anno. Ovs, rispetto alle altre possibili matricole, ha un vantaggio: le procedure autorizzative non sono ancora completate e quindi per la societa’ guidata da Stefano Beraldo e’ possibile mantenere i motori caldi per sfruttare qualsiasi finestra di bel tempo da qui a Natale. Piu’ facile in ogni caso che lo sbarco borsistico, se ci sara’, avverra’ nel 2015. Per Ovs e’ comunque scongiurato il dietro-front a a sorpresa: cioè non uscira’ col road show per poi ritirare l’offerta.
Del resto, Piazza Affari in questo fine d’anno ha dovuto leccarsi le ferite, causa il maltempo sui mercati, dopo che in estate i piu’ ottimisti prevedevano un autunno con il botto. Si sono infatti ritirate in sequenza Fedrigoni, Intercos, Caffè’ Zanetti (spostata alla primavera 2015), Favini, Italiaonline, Sisal e Rottapharm mentre sono riuscite a cogliere una finestra positiva sui mercati Fineco, Cerved e Fincantieri, anche se quest’ultima ha dovuto archiviare uno sbarco un po’ sottotono. Da allora sulla Borsa e’ cominciato il maltempo e oggi il bilancio finale e’ 7 a 3 per i ritiri con la forte possibilita che anche Ovs segua il trend e con qualche rischio anche sulla quotazione di Raiway.
Ora si potrebbero comunque aprire nuovi scenari. Per diversi addetti ai lavori le mancate matricole potrebbero ora entrare nel radar dei private equity interessati a mettere sul piatto un prezzo che pareggi quello di Borsa. Gli occhi sono in particolare puntati su Intercos, su Favini e su Banca Farmafactoring, con quest’ultima che ha appena avviato il processo di sbarco in Borsa ma che contemporaneamente e’ sotto l’esame di grandi private equity come Blackstone, Permira e Cinven. Ma il mercato si interroga anche sulle ragioni di tutti questi dietro-front: colpa solo della volatilita’ dei mercati o qualche societa’ aveva fatto il passo piu’ lungo della gamba? Di sicuro, c’e’ da considerare la momentanea fuga degli investitori istituzionali americani (eccetto Blackrock) da Piazza Affari, causa anche un ottimismo un po’ sgonfiato verso le economie mediterranee. Da tenere presente anche che i grandi fund manager anglosassoni avevano gia’ raccolto miliardi di carta dagli aumenti di capitale delle banche italiane e ora aspettano il 2015 per reinvestire sull’Italia, Paese che per quest’anno e’ gia’ ben presente nella loro asset allocation.