Telecom Italia punta a quotare le torri italiane nel 2015: valore 1 miliardo

Telecom Italia apre il dossier della quotazione delle sue torri di trasmissione, con un’Ipo che potrebbe concretizzarsi nel 2015. Secondo indiscrezioni il gruppo telefonico guidato da Marco Patuano starebbe infatti discutendo con alcune banche d’affari per valutare uno sbarco in Borsa delle sue attività infrastrutturali.
Le discussioni con le banche sulla modalità dell’operazione sarebbero infatti state proficue: la valutazione del mercato per asset di questo tipo è di solito buona. Tuttavia l’operazione non si dovrebbe concretizzare prima del prossimo anno. Non sarebbero infatti stati decisi ancora nè l’advisor dell’operazione nè i global coordinator.
Telecom Italia sta ancora ultimando la creazione di una società apposità delle torri con i relativi contratti di servizi: il processo di riorganizzazione societaria in corso riguarda circa 8mila siti del valore di circa un miliardo di euro che l’ex-monopolista possiede sul suolo nazionale.
Telecom Italia potrebbe anche quotare una quota superiore al 50% delle sue infrastrutture, soluzione che gli potrebbe consentire di deconsolidare il debito della divisione. Tuttavia l’Ipo, rispetto a una vendita, gli permetterebbe di restare azionista delle infrastrutture di trasmissione.
Telecom Italia, in particolare, starebbe aspettando l’esito della quotazione di Raiway, la controllata di viale Mazzini proprietaria della rete di trasmissione e diffusione del segnale Rai, che si sta preparando per sbarcare sul listino di Piazza Affari. L’ex-monopolista telefonico potrebbe dunque cercare di replicarne l’operazione.
È il caso di notare che le valutazioni del settore delle infrastrutture di trasmissione sono abbastanza elevate, visto che una concorrente quotata come Ei Towers scambia a un multiplo di 11,4 volte il margine operativo lordo. E, se si guarda all’estero, i multipli sono sempre abbastanza generosi: un colosso delle torri di trasmissione come American Tower, secondo le indicazioni degli analisti di Ubs, scambia ad esempio a 15,4 volte il margine operativo lordo del 2013. Un altro colosso del settore, sempre quotato a Wall Street, come Crown Castle viene valutato 15,6 volte il Mol.
Infine, l’Ipo potrebbe avere una buona accoglienza tra gli investitori istituzionali esteri, visto che le società del settore generano flussi di cassa stabili e buoni dividendi.
La quotazione sembra dunque l’opzione ormai più probabile per la valorizzazione delle torri dopo che nei mesi passati si era parlato anche di una cessione visto l’interesse dimostrato da soggetti come la spagnola Abertis, la controllata di Mediaset Ei Towers, F2i e il gruppo statunitense American Tower. Molti di questi gruppi sono ora in gara su un dossier di dimensioni minori come la vendita delle torri di trasmissione di Wind.
Di pari passo Telecom Italia sta continuando a valutare assieme all’advisor Morgan Stanley la valorizzazione delle torri in Brasile. Per quest’ultime, che vengono valutate attorno ai 750 milioni di euro, si sarebbero fatti avanti ancora il colosso Usa American Tower e il fondo infrastrutturale di Goldman Sachs. Tuttavia la valorizzazione delle 8500 torri di trasmissione, che Telecom possiede attraverso la controllata carioca, sta procedendo in ritardo sui tempi previsti inizialmente, viste anche le ultime vicende che hanno coinvolto Tim Brasil nell’offerta su Gvt, poi battuta sul fil di lana da Telefonica.

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