Progressio studia l’uscita da Save The Duck: in campo fondi e gruppi strategici

Si preparano i fondi di private equity e i gruppi strategici per la futura vendita del gruppo Save The Duck, operazione che dovrebbe partire tra aprile e maggio dove alla regia c’è la banca d’affari Mediobanca. Il noto brand di “piumini animal-free” fa capo attualmente al gruppo finanziario Progressio Sgr, che ha rilevato l’azienda nel 2018.
L’imprenditore Nicolas Bargi, ha fondato nel 2012 il marchio di piumini 100% animal free. In pochi anni il gruppo si è caratterizzato per il suo brand ed è finito nel radar degli investitori finanziari.

Nel 2018 Progressio ha acquisito la quota del 51% in mano ad Alchimia di Marina Salomon e il 14% del fondatore Nicolas Bargi, in un’operazione che aveva valorizzato la società 65 milioni di euro. A quel tempo l’azienda aveva un fatturato di una trentina di milioni di euro. Dal 2018 al 2022, malgrado il Covid, la società, guidata dallo stesso Bargi, è cresciuta costantemente: il giro d’affari nel 2022 raggiungerà i 60 milioni di euro (contro i 48 milioni del 2021 e i 35,5 milioni di euro del 2020 con un ebitda del 17 per cento circa). L’obiettivo è raddoppiare le vendite nei prossimi tre anni. A questo incremento dovrebbe contribuire anche l’e-commerce, che è raddoppiato nel 2021 sulla scia delle conseguenze della pandemia.

Nel frattempo, la società si è sviluppata a livello internazionale, soprattutto Oltreoceano, negli Stati Uniti: Save The Duck ha aperto nuovi showroom a New York per crescere in un mercato che vale attualmente il 30% del fatturato.

La presenza all’estero continua ad essere rilevante con 48 Paesi come destinazione dei prodotti, superando circa il 60% delle vendite, di cui il 20% proveniente da Paesi europei come Germania, Austria e Svizzera: lo scorso anno è stato inoltre aperto il primo negozio diretto a Saint Moritz, uno store di circa 50 metri quadri che si aggiunge a quelli già presenti a Milano, Venezia e Hong Kong. Ora l’obiettivo di Progressio Sgr è quello di avviare un sondaggio, probabilmente tra fondi di private equity, su un brand che, oltre alla crescita evidenziata, si caratterizza per la filosofia sostenibile di cui è stato precursore, diversi anni fa prima del boom di questi ultimi anni sui criteri Esg.