Tim, Atlantia, Banco Bpm. In pochi giorni alcune delle maggiori realtà italiane in tre settori cruciali come Tlc, infrastrutture e finanza sono entrate nel radar di grandi investitori e gruppi stranieri. Si tratta di tre dossier molto differenti tra loro, ma con un denominatore comune. Diverse aziende italiane in questa fase sono a buon mercato, a causa delle discese di Borsa, in un certo senso in una situazione di debolezza e sono un ghiotto target per gli investitori esteri. Ora sarà da vedere anche la risposta del Governo italiano, con lo strumento del Golden Power rafforzato.
Su Tim, dopo il raid di Kkr a questo punto non andato a buon fine, si catalizzano ora gli interessi di numerosi private equity. Non soltanto Cvc, che ha fatto offerta per le attività di EnterpriseCo, ma anche Apax, private equity internazionale specializzato in Telecomunicazioni e con forte track record, che ha dedicato un suo team ad esaminare il dossier della ServCo di Tim. Anche Apollo è alla finestra e altri fondi potrebbero entrare in partita.
La vicenda Atlantia attende ancora sviluppi. I primi a muoversi, ancora ad inizio anno, sono stati i colossi infrastrutturali Gip e Brookfield che hanno incontrato i vertici di Edizione Holding, proponendo una operazione amichevole su Atlantia. Ma Edizione aveva già scelto un’altra direzione: quella di Blackstone per fare un’operazione in alleanza. Ne è nata la contesa di questi giorni: Gip e Brookfield hanno chiamato l’alleato storico Florentino Perez per valutare un’offerta alternativa. Ora si vedrà che succederà, ma sembra ovvio pensare che il vero tesoro di Atlantia, oltre alla cassa per 8 miliardi in pancia dovuta alla cessione di Aspi, siano le partecipazioni estere, dall’Aeroporto di Nizza fino ad Eurotunnel ed Abertis.
C’è infine la vicenda BancoBpm, che potrebbe preannunciare una ulteriore crescita francese in Italia. C’è stato il blitz del Credit Agricole, che ha rastrellato una partecipazione del 9,18% in Banco Bpm diventandone il primo azionista. “Quest’operazione testimonia il forte apprezzamento di Crédit Agricole per le qualità intrinseche di Banco Bpm: una realtà solida, con un outlook positivo sul piano finanziario e un management team forte e con un comprovato track-record”, si legge nella nota che annuncia l’acquisto della partecipazione.
Da parte del Banco emerge soddisfazione per l’ingresso del nuovo azionista, il cui investimento – afferma l’istituto guidato da Giuseppe Castagna – “non è stato preventivamente concordato”. “La qualità e l’importanza dell’investitore, nonché l’apprezzamento espresso dallo stesso per la nostra banca” costituiscono “un chiaro riconoscimento del valore e delle potenzialità di Banco Bpm”. Per i francesi – già presenti in forze in Italia dove hanno acquistato Cariparma, Friuladria e più recentemente, Caricesena, Carim e Carismi e il Creval – “l’operazione consolida la relazione strategica e di lungo termine del gruppo con Banco Bpm, costituita innanzitutto dalla partnership nel credito al consumo attraverso la joint venture Agos”. Il Crédit Agricole, che non ha al momento chiesto alla Bce di superare la quota del 10%, “intende ampliare l’oggetto della partnership strategica con Banco Bpm”, affermano ancora i francesi. Di un possibile ingresso dell’Agricole nel capitale del Banco si era parlato nei mesi scorsi, come possibile mossa difensiva della banca di fronte agli appetiti dell’Unicredit di Andrea Orcel.