Riassetto azionario in vista entro fine anno per il gruppo Dedalus, uno dei primi operatori al mondo nei sistemi informativi clinico-sanitari.
Secondo indiscrezioni, l’azionista francese Ardian, uno dei maggiori investitori al mondo in private equity e infrastrutture, avrebbe infatti affidato un doppio incarico per valutare strade di valorizzazione per la propria controllata. Al lavoro sono quindi i consulenti finanziari Morgan Stanley e Ubs. Sul tavolo ci sarebbero tutte le possibili strade di valorizzazione, dalla partnership con un altro investitore fino alla cessione del controllo, ma proprio quest’ultima opzione appare come la più probabile, in quanto per la società si sarebbe già evidenziato un interesse preliminare dei maggiori private equity internazionali: da Blackstone fino a Kkr, Carlyle e Bain Capital secondo i rumors. Ora dovrebbe dunque partire un processo più strutturato per raccogliere le reali manifestazioni d’interesse sull’azienda, colosso della sanità da 750 milioni di euro di ricavi e 210 milioni di margine operativo lordo.
In ogni caso Ardian resterà come socio del gruppo, creato in questi anni con importanti investimenti. La valutazione di Dedalus (si parla di una cifra attorno ai 3 miliardi di euro) potrebbe anche aprire a uno scenario di possibile alleanza tra private equity. Ma non è da escludere che l’azienda possa interessare anche a qualche grande conglomerata industriale.
Dedalus, che dal 2020 è guidata dall’amministratore delegato Andrea Fiumicelli, ha avuto una rapida crescita in questi ultimi anni, anche tramite acquisizioni. Nel 2016 Ardian ha rilevato il 60% di Dedalus Holding, da una serie di investitori finanziari: Hutton Collins, Three Hills Capital Partners, Mandarin Capital e Health Holding Company srl, società controllata da Giorgio Moretti, fondatore di Dedalus, che aveva mantenuto il 40% . Ardian nel 2020 era quindi salito al 75% di Dedalus per contribuire a finanziare l’acquisizione di parte del business It nel settore sanitario di Agfa Gevaert, una delle operazioni più rilevanti per Dedalus.
Nel maggio dello scorso anno inoltre c’è stato un leggero assestamento nell’azionariato. L’Abu Dhabi Investment Authority (Adia) ha rilevato una quota di minoranza. Dedalus ha avuto una importante crescita dimensionale in questi anni. Nel 2015 aveva infatti 65 milioni di giro d’affari, nel 2019 raggiungeva i 220 milioni e nel 2020 ha toccato i 470 milioni, per superare in breve tempo i 700 milioni con altre acquisizioni. Dal 2016 al 2019 sono state infatti rilevate 10 aziende, nel 2020 ci sono poi state altre due acquisizioni e, nel 2021, altre cinque transazioni per acquistare aziende del settore.