Si muovono le grandi banche d’affari per l’operazione tra Unicredit ed Mps. L’amministratore delegato del gruppo di piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, in questa fase si è per ora mosso soltanto con i legali dello studio Cappelli Rccd. Orcel ha una storica esperienza di operazioni di M&A e di investment banking: dal 2014 al 2018 è stato presidente di Ubs Investment Bank e per vent’anni ha lavorato nel dipartimento M&A di Merrill Lynch a Londra.
Ma, secondo rumors di mercato, potrebbe comunque arruolare qualche banca d’affari internazionale per l’operazione. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di alcune grandi banche d’affari statunitensi: cioè Citigroup e Morgan Stanley, che sembrano essere le maggiori candidate per seguire i termini finanziari della transazione.
In Morgan Stanley e Citi lavorano due banker che Orcel conosce molto bene, visto il comune passato in Ubs: cioè Emilio Greco, arrivato da qualche mese in Morgan Stanley per guidare la divisione M&A per i servizi finanziari in Italia, e Christian Montaudo, da pochissimo nuovo responsabile della divisione investment banking di Citi, sempre proveniente da Ubs dove guidava l’area Fig. Il Tesoro e Mps ormai da qualche mese si erano invece muniti dei consulenti finanziari e legali per esplorare le possibili operazioni di fusione.
Tanto che negli incontri dei giorni passati al Ministero dell’Economia è stato presente l’advisor del Tesoro in questa operazione, cioè Bofa Merrill Lynch (il cui country head è Antonino Mattarella) oltre agli avvocati di Orrick.
Anche il Montepaschi, nei mesi passati, si è dotato dei consulenti finanziari per una possibile operazione straordinaria: cioè Credit Suisse e Mediobanca, che in questi mesi hanno portato avanti il «data room» con l’unico soggetto finora in campo, cioè il private equity Apollo. Prima che spuntasse l’opzione Unicredit.