Nelle ultime ore l’unione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e il gruppo PSA è stata ufficialmente completata, creando un nuovo gigante del settore chiamato Stellantis.
In questi giorni ho letto il prospetto Stellantis, frutto dell’operazione tra Peugeot e Fca degli Agnelli. Ebbene, già si sapeva che, malgrado l’immagine formale di un’unione alla pari, in realtà concretamente non si trattava proprio di un matrimonio. Anzi.
L’insieme dei soci (la famiglia Peugeot, lo stato francese e i cinesi di Dongfeng) di Psa hanno un peso, maggiore nel nuovo consiglio a 11 membri: la composizione del cda prevede infatti 5 membri nominati da Psa e 5 nominati da Fca, ma la guida operativa è stata assegnata ai francesi, cioè all’amministratore delegato del groupe Psa, Carlos Tavares. Quindi il conto definitivo è 6 membri a 5 per gli azionisti Psa. Tanto che, all’estero, viene dato abbastanza per scontato che l’operazione sia un’acquisizione transalpina dove Exor e i soci di Fca incassano una cedola pesantissima (828 milioni alla sola holding olandese degli Agnelli).
Ma, scorrendo appunto il prospetto (circa 830 pagine), alle pagine 108 e 231 (quest’ultima nell’immagine allegata) è spiegato, anche dal punto di vista contabile e numerico, questo concetto.
A pagina 108 viene scritta la seguente frase: “The Merger will be accounted for using the acquisition method of accounting in accordance with IFRS 3, which requires the identification of the acquirer and the acquiree for accounting purposes. Based on the assessment of the indicators under IFRS 3 and consideration of all pertinent facts and circumstances, FCA and PSA’s management determined that Peugeot S.A. is the acquirer for accounting purposes and as such, the Merger is accounted for as a reverse acquisition”. Quindi per spiegare, in poche parole, nello stesso prospetto viene indicato che “Fca e Psa hanno determinato che Peugeot Sa è l’acquirente dal punto di vista contabile e la fusione è contabilizzata come un’acquisizione inversa”.
Invece a pagina 231, viene ulteriormente specificato questo principio, dal punto di vista numerico: cioè i soci precedentemente in controllo di Psa (EPF FFP, cioè i veicoli della famiglia Peugeot, BPI e i cinesi Dongfeng) hanno complessivamente il 19 per cento contro il 14,4 per cento dei soci che avevano il controllo su Fca, cioè la Exor della famiglia Agnelli. Quindi gli ex-soci (francesi e cinesi) di Psa sono prevalenti su quelli di Fca.
Però, in termini di singolo azionista, la componente italiana (Exor degli Elkann-Agnelli appunto, anche se la holding ormai di italiano ha poco visto che ha sede ad Amsterdam) è prevalente nella compagine: con il 14,4%.
C’è un ultimo aspetto da decifrare nel prospetto. Alla stessa pagina 231 c’è scritto infatti che i numeri e le percentuale dell’azionariato potrebbero variare a seconda di alcune ipotesi. C’è in particolare un dettaglio importante, che resta da approfondire: tra le ipotesi indicate c’è quella che entro il giugno 2021, la famiglia Peugeot, tramite Ffp, abbia diritto a consolidare un extra 2 per cento di quote azionarie all’interno di un equity swap.
Non è comprensibile, dal prospetto, se all’interno del 7,2% indicato in mano alla famiglia Peugeot sia già compreso questo 2% da consolidare entro il giugno 2021. Oppure se non sia compreso. Nel caso fosse vera questa seconda opzione, entro giugno la famiglia transalpina potrebbe aumentare di circa un punto percentuale il proprio pacchetto azionario (con l’equity swap il 2% di Psa dovrebbe corrispondere a circa l’1% della nuova realtà Psa+Fca). Quindi la famiglia francese consoliderà la sua quota.
(Nota)Epf e Ffp sono i veicoli della famiglia Peugeot. Établissements Peugeot Frères (EPF), presieduta da Jean-Philippe Peugeot, è la holding di controllo, non quotata in Borsa, preposta a custodire patrimonio e valori della famiglia Peugeot. Epf detiene direttamente il 3% del capitale del gruppo automobilistico PSA-Peugeot e indirettamente (attraverso la holding FFP) un altro 10%. Société foncière financière et de participation (FFP), presieduta da Robert Peugeot, è invece quotata in Borsa. Bpi è invece una banca pubblica francese.