Cedacri, è corsa Accenture-Engineering: valore oltre il miliardo

Fine anno con deal a sorpresa. Si materializza, secondo quanto risulta nell’edizione odierna del Sole 24 Ore, uno dei dossier più rilevanti del 2020. Quello della vendita di Cedacri, società italiana specializzata nella fornitura in outsourcing di servizi di information technology per le banche, partecipata da un gruppo di istituti di credito di piccole e medie dimensioni e soprattutto dal fondo Fsi Mid-Market Growth Equity Fund.
Secondo indiscrezioni il dossier del gruppo, che era iniziato con la ricerca di un partner tecnologico-azionario in vista di una possibile quotazione a Piazza Affari, si è progressivamente spostato alla cessione della maggioranza. E in corsa ci sarebbero in pole position due soggetti: Accenture ed Engineering. Proprio la multinazionale americana della consulenza strategica, dei servizi tecnologici e delle esternalizzazioni sarebbe favorita e affiancata nell’operazione dai banker di Vitale.
Gli azionisti di Cedacri sarebbero affiancati sul dossier da Deutsche Bank.
Del resto, l’azienda è ormai una realtà con numeri importanti e con una valutazione molto cresciuta dall’ingresso di Fsi, il gruppo finanziario guidato da Maurizio Tamagnini e partecipato dai maggiori fondi sovrani al mondo, che ha comprato il 27,1% di Cedacri nel gennaio 2018.
A quel tempo Fsi aveva investito quasi 100 milioni di «equity», con un’opzione per salire al 33 per cento. La società era stata valutata quasi 9 volte l’ebitda 2017 (42 milioni, a fronte di un fatturato di 330 milioni), quindi in totale circa 370 milioni, cui aggiungere 60 milioni di posizione finanziaria netta positiva. In tutto, 430 milioni di valore d’impresa.
Attualmente circola una valutazione oltre il miliardo.
La compagine azionaria dei soci di Cedacri è molto frammentata. Dopo l’ingresso di Fsi, erano rimaste nel capitale di Cedacri, per il restante 73%, 14 tra le principali banche clienti: Mediolanum (15,6%), CrAsti (11,1%), Banco di Desio e della Brianza (10,1%), Unipol Banca (7,5%), Popolare di Bari (6,6%), Cr Bolzano (6,5%), Banca del Piemonte (4,2%), Credem (3,9%), Cassa Sovvenzioni e Risparmio del Personale di Banca d’Italia (2%), Reale Mutua (1,3%), Banca del Fucino (1,1%), Banca Valsabbina (1,1%), Cassa di Risparmio di Cento (1%) e Cassa di Risparmio di Volterra (ancora con un 1%).