Se ne va un pezzo del private equity italiano, scompare Salvatore Mancuso

Se ne va un rappresentante storico del private equity italiano: Salvatore Mancuso. Fondatore del fondo Equinox, era uno dei decani del settore, agli albori quando ancora il private equity era mestiere per pochi eletti, ai tempi di Jody Vender e dei fratelli Tazartes.
Nato a Sant’Agata di Militello nel 1949, Mancuso nel 1970 inizia la carriera in Sicilcassa dove dirige filiali per 9 anni. Nel 1984 entra nel gruppo Rodriquez dove sarà prima Direttore centrale della pianificazione strategica e poi Amministratore delegato. Nel 1994, diventa anche Amministratore Delegato di Iritecna, società del Gruppo Iri. Dal 1996 al 1998 si occupa di ristrutturare il gruppo industriale in difficoltà Santavaleria S.p.A.
Trapiantato per lavoro a Milano, nel 2000 il grande salto nel mondo del private equity. Assieme al banchiere Pier Francesco Saviotti e con il supporto di Intesa Sanpaolo e di Gaetano Micciché lancia il fondo Equinox, società di investimenti di private equity nei settori dell’industria e dei servizi con sedi in Lussemburgo e a Milano.Equinox diventa uno dei maggiori investitori del settore.
Nel frattempo, il manager assume altri incarichi. Mancuso nel 2006 diventa membro del consiglio di amministrazione di Capitalia Gruppo Bancario S.p.A. e nel 2007 presidente del Banco di Sicilia, dove segue la transizione dell’istituto di credito nell’ambito del’integrazione con Unicredit Group, dove diventa membro del consiglio di amministrazione l’anno seguente. Vice presidente di Alitalia Spa dal 2009 al 2013, Mancuso ha ricoperto la carica di amministratore in molteplici società industriali e bancarie.
A dare l’annuncio della morte sulla propria pagina Facebook, il fratello Bruno Mancuso, sindaco del comune messinese di Sant’Agata Militello. «Ciao fratellone, un destino infame ti ha strappato alla vita. Hai dato luce e gioia alla mia vita. Sei stato il mio faro, la mia guida. Sei stato immenso», scrive.