Mps rescinde il contratto Juliet con Cerved e Quaestio e prepara maxi-cessioni di portafogli

Montepaschi ridisegna la sua architettura di gestione dei crediti deteriorati. Ha due finalità l’operazione con la quale la banca ha interrotto il contratto con il servicer Juliet (controllato da Cerved e da Quaestio). L’obiettivo è infatti di accelerare da una parte sulle cessioni di portafogli di crediti deteriorati e, dall’altra, di liberare risorse contabili.
La banca senese guidata da Marco Morelli ha infatti esercitato il diritto di recesso previsto dal contratto di servicing decennale stipulato con Juliet. Quest’ultima piattaforma era stata ceduta lo scorso anno, proprio da Mps, a Quaestio Cerved Credit Management SpA, società costituita ad hoc in modo paritetico da Cerved e Quaestio per l’operazione.
La finalità dell’accordo del 2018 era chiara: far gestire a Juliet i crediti problematici attuali (attorno ai 5 miliardi) e quelli futuri a fronte del pagamento di commissioni definite. Al fondo Atlante erano invece stati ceduti i non performing loan del passato per circa 26 miliardi di euro.
La notizia del recesso di Mps con Juliet, avvenuto sulla base del pagamento di un indennizzo omnicomprensivo al servicer di 40 milioni, è arrivata a sorpresa.
Le finalità dell’operazione sono di due tipi: da una parte preparare il campo a future maxi-cessioni di portafogli di crediti deteriorati e dall’altro lato liberare risorse contabili.
C’è infatti da dire che proprio la banca senese aveva preventivato in bilancio una somma abbastanza cospicua, per tenere conto delle commissioni prospettiche da pagare a Juliet. Ebbene, con il recesso verranno liberate risorse, anche se soltanto contabili. La risoluzione del contratto consente quindi di avere un effetto immediato sul bilancio e di avere più flessibilità finanziaria su future cessioni di portafogli.
Su quest’ultimo aspetto, quello delle cessioni di pacchetti di crediti problematici, soprattutto di Utp, sta quindi lavorando intensamente Mps. Nei mesi passati erano infatti circolati anche rumors sull’ipotesi di vendere 7-8 miliardi di euro di Utp a Sga (Società di Gestione Attività).