C’è in palio una leadership importante nell’asta che si sta preparando con il nuovo anno: quella, organizzata dall’azionista inglese Terra Firma, della cessione di Rtr-Rete Rinnovabile, uno dei più rilevanti asset in Italia nell’energia rinnovabile e il maggiore nell’energia solare per presenza nel territorio italiano. Il controvalore del deal, in termini di equity value, secondo quanto indicato da Reuters, sarebbe pari a 1-1,2 miliardi di euro.
Non è un caso che all’asta si starebbero preparando i due maggiori player italiani delle rinnovabili: cioè il gruppo genovese Erg ed il colosso italiano dell’energia, controllato dallo Stato, Enel. La prima, che è già il primo operatore italiano nell’energia eolica, ha fatto di recente il suo ingresso nell’energia solare.
Il gruppo genovese della famiglia Garrone potrebbe essere un candidato ideale all’acquisizione, visto che non gli mancano le risorse e intende crescere nel settore fotovoltaico.
Del resto il presidente di Erg, Edoardo Garrone ha spiegato qualche mese fa che la strategia di Erg è «quella di continuare a crescere nelle rinnovabili all’estero e in Italia». Entro la primavera verrà presentato il nuovo piano di Erg.
Ad inizio novembre scorso proprio Erg ha incassato 273 milioni dalla cessione delle stazioni di servizio TotalErg: importante liquidità che è stata messa in cascina per futuri investimenti nel settore delle rinnovabili. A metà novembre Erg ha inoltre fatto il suo ingresso nel solare, rilevando i 90 mewatt del gruppo Forvei, battendo proprio la concorrenza di Enel.
Quest’ultima al contrario è presente nel settore tramite la joint-venture Ef Solare Italia, alleanza paritetica tra Enel e il fondo infrastrutturale F2i. La joint venture possiede già un portafoglio che nel corso degli anni è salito da 65 a 109 impianti con una capacità installata in Italia di circa 365 megawatt. La stessa Enel ha spiegato nei mesi scorsi che la joint venture Ef Solare avrebbe valutato l’operazione. Da notare che Ef Solare Italia e Rtr Rete Rinnovabile si sono spartiti negli ultimi anni la palma del maggior gruppo fotovoltaico italiano, in termini di megawatt generati.
Rtr Rete Rinnovabile è dunque una preda importante, malgrado porti con sé sicuramente delle complessità e dei problemi da risolvere.
Alla società fanno oggi capo infatti un portafoglio di impianti fotovoltaici per 332 megawatt. Nella cessione Terra Firma si avvale della consulenza di UniCredit, JPMorgan e Jefferies e dello studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli.
Rtr Rete Rinnovabile è però l’operatore con la maggiore presenza sul territorio italiano. Rtr possiede infatti 132 impianti in oltre 100 municipalità: 87 impianti hanno una potenza installata inferiore a 1 megawatt per un totale di 66 megawatt, 29 impianti compresi tra uno e cinque megawatt (per circa 70 megawatt) e 16 di potenza superiore a cinque megawatt per 196 megawatt di capacità installata.
Il gruppo, sotto la guida dell’azionista britannico Terra Firma, è cresciuto negli ultimi anni, acquisendo impianti da Sorgenia, Terna, Acea e Edf Energies Nouvelles.
Secondo gli addetti ai lavori la cessione di Rtr, al di là di due potenziali compratori strategici come Erg e Enel-F2i, potrebbe diventare un processo molto affollato.
Difficile però che all’asta partecipino altri operatori del settore come Quercus, ma è possibile che il dossier venga esaminato dal gruppo Tages, che possiede un fondo (Tages Helios) da 250 milioni dedicato al settore fotovoltaico.
Di sicuro l’entità dell’operazione con una cessione in blocco (con un deal da un miliardo) potrebbe scremare la lista dei potenziali acquirenti, tranne che Terra Firma decida alla fine di spezzettare gli asset. Interessati al dossier potrebbero essere anche grandi fondi di private equity, specializzati sul settore, oppure grandi fondi pensione.