Il nuovo gigante dell’occhialeria nato dalla fusione tra Luxottica ed Essilor punta alla quotazione a Wall Street. È questa la meta finale, anche se nel medio periodo, della nuova EssilorLuxottica, che ha unito l’eccellenza nelle lenti con quella nelle montature.
Il piano borsistico di sbarco a Wall Street dovrebbe avere avvio non appena sarà concluso il processo di sbarco a Parigi e dopo che sarà terminata l’unione industriale: con sinergie da 400-600 milioni a livello di Ebit, altri 200-300 milioni da ricavi (con l’accelerazione della crescita di lenti e montature premium, rafforzamento della distribuzione nei mercati emergenti, miglior posizionamento online), ulteriori 150-200 milioni dall’ottimizzazione della supply chain e, infine, ancora 70-100 milioni da spese amministrative e generali e costi di acquisto.
Gli attuali advisor finanziari e legali (Citi, Rothschild, Mediobanca, BonelliErede e Cleary Gottlieb) sono al lavoro per il riassetto borsistico tra Italia a Francia. Luxottica si prepara infatti a dare l’addio a Piazza Affari. Ma bisognerà aspettare la seconda metà dell’anno prima che l’aggregazione si trasformi in un colosso da 50 miliardi di capitalizzazione alla Borsa di Parigi, andando a rafforzare un mercato che vale già 110 miliardi. L’operazione annunciata prevede infatti il conferimento in Essilor da parte di Delfin dell’intera partecipazione detenuta in Luxottica (il 62%), a fronte dell’assegnazione di azioni Essilor di nuova emissione. Quest’ultima promuovererà poi un’offerta di scambio sulla totalità delle rimanenti azioni Luxottica in circolazione.Resta da capire se, in un secondo momento, EssilorLuxottica potrebbe ritornare ad essere quotata a Milano.
Quasi certa invece, secondo ambienti finanziari, l’Ipo a Wall Street, anche se con tempi non definiti. Negli Usa sarà necessario un ulteriore riassetto: l’operazione dovrebbe infatti comportare inizialmente il delisting della sola Luxottica, che è presente sul listino americano da 26 anni, visto che si è quotata nel gennaio 1990 a 0,95 dollari.
Nel frattempo, sul lato industriale, ci sono da sciogliere alcuni nodi. Si attende infatti la posizione dell’Antitrust europeo ed americano sull’unione. In realtà, secondo alcune fonti industriali, la transazione potrebbe avere un via libera meno complesso del previsto su questo fronte, in quanto Essilor e Luxottica assieme controlleranno circa 15 miliardi di dollari di giro d’affari su una torta globale di 95 miliardi. Ma resta da capire come l’Antitrust europeo e soprattutto quello americano (area dove la nuova realtà sarà più esposta) valuteranno la transazione dal punto di vista geografico. Tra gli altri rischi evidenziati c’è quello di reazione di alcuni dei clienti di Essilor in competizione diretta con Luxottica. Tuttavia questo rischio secondo alcuni analisti, fra i quali Equita, sarebbe gestibile, in quanto l’azienda di Agordo è già un importante fornitore di montature agli ottici indipendenti.