Una public company globale dove i grandi fondi internazionali peseranno sempre di più. E’ questo il futuro di Unicredit al termine della ricapitalizzazione da 13 miliardi di euro che l’attende a febbraio. Secondo indiscrezioni raccolte da questa rubrica, i sondaggi con i grandi investitori statunitensi (Blackrock, Vanguard e altri) sarrebro stati positivi e sarebbero già state raccolte diverse adesioni. Lo stesso vale per alcuni fondi sovrani che si sarebbero mostrati interessati (non solo Aabar per la quota di competenza ma anche il Qatar). L’obiettivo è presentare un progetto di respiro internazionale, ma il vero driver potrebbe essere il prezzo a forte sconto. Con uno sconto sul Terp del 30-40%, Unicredit (agli attuali corsi di mercato) sarebbe a prezzi di saldo elevati rispetto al maggior competitor in Italia, cioè Intesa Sanpaolo.