Si riallacciano i contatti con i grandi fondi statunitensi in vista di una possibile fusione tra la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che secondo i piani del management dei due istituti dovrebbe essere realizzata entro il 2017.
Ma rispetto all’anno scorso, quando si erano affacciati sul dossier private equity come Atlas, Baupost, Centerbridge e Warburg Pincus, la lista dei potenziali partner, che potrebbero affiancare il fondo Atlante nella compagine, si sarebbe ristretta. Secondo Debtwire, in pole position sarebbero infatti ora in particolare i fondi Apollo e Atlas. Al momento, comunque, le discussioni con i due fondi sarebbero ancora in una fase interlocutoria.
Resta infatti da verificare la tempistica del progetto di fusione tra Veneto Banca e Vicenza, che sta proseguendo sotto la regia dell’azionista, appunto il fondo Atlante gestito da Quaestio Sgr.
Molti dei fondi di private equity contattati lo scorso anno si sono tirati indietro anche per il timore di importanti rischi legali sui due istituti veneti, che avrebbero potuto immobilizzare l’attività delle due banche.
La riduzione significativa di questi rischi, con la definizione di offerte transattive, resta dunque un passo fondamentale del percorso di rilancio del nuovo gruppo che dovrebbe nascere dalla fusione. Come ha spiegato il consigliere delegato della Popolare Vicenza Fabrizio Viola «i rischi legali devono essere ridimensionati perché le due banche – oggi singole domani assieme – possano avviare un percorso di rilancio su basi solide».
Ma c’è un altro tema, altrettanto importante. Nel 2017 il nodo principale sarà quella della liquidità aggiuntiva che sarà necessaria per i due istituti, dopo che Atlante nella parte finale dell’anno ha iniettato un altro miliardo di euro. Il piano industriale delle popolari venete poggerà su un rafforzamento del capitale e su un contestuale miglioramento della qualità dell’attivo con una riduzione del portafoglio di «non performing loan».
È plausibile ipotizzare, in queste condizioni, un doppio aumento di capitale nel corso del 2017 per ciascuno dei due istituti veneti: di circa un miliardo di euro ciascuno. A sottoscrivere la nuova richiesta di liquidità dovrà per forza essere ancora il fondo Atlante, chiamato allo stesso tempo pure a ripulire il bilancio delle banche dai crediti problematici.
Se le discussioni con Atlas e Apollo dovessero entrare in una fase più concreta, ad avvantaggiarsene sarà dunque il fondo Atlante, azionista delle due realtà venete, che potrà liberare risorse importanti per altri dossier nel mondo bancario.
Ma il lavoro da svolgere per attrarre grandi investitori internazionali resta importante. Uno degli asse portanti sarà il recupero di efficienza perché le due banche hanno un cost-income che è attorno al 100 per cento. Per i manager di Veneto Banca e Popolare di Vicenza la scommessa da vincere è quella di creare le condizioni per realizzare grandi efficienze in modo da spingere la crescita di masse e ricavi. In questo modo anche gli investitori internazionali potrebbero essere attratti in maggior misura.