Mentre è stato riaperto, in Zona Cesarini, fino al 21 dicembre, il periodo di conversione con estensione ai bondholders retail, i riflettori sono anche sul possibile investimento del fondo sovrano del Qatar, i cui soldi (circa un miliardo) sono altrettanto fondamentali per la riuscita dell’operazione di mercato. Ebbene, secondo le indiscrezioni raccolte tra ambienti finanziari di Doha, Qia (cioè la Qatar investment holding) non avrebbe ancora sciolto la riserva sulla sua partecipazione o meno all’aumento. Uno dei fattori che potrebbe convincerlo sarebbe una garanzia governativa, ad esempio sull’inoptato: comunque la partita con Doha sembra assai complicata e le chance di successo basse.
L’altro ieri il prezzo di conversione per i subordinati è stato rivisto a 85 per i tier1 e 100 per i tier2. Anche il fresh è oggetto di conversione, per cui in caso di adesione totale l’aumento sarebbe di 4,5 miliardi.
Quanto non raccolto con la conversione volontaria sarà coperto con emissione di azioni. Almeno il 30% dell`aumento sarà dato in prelazione agli azionisti attuali con un prezzo di emissione minimo di 1 euro. L`aumento di capitale deve essere chiuso entro la prossima settimana. Le alternative restano a questo punto sono tre: 1) Aumento totalmente sottoscritto dai privati. 2) Aumento quasi totalmente sottoscritto dai privati, nel qual caso il governo potrebbe sottoscrivere parte dell`inoptato senza conversione forzosa. 3) Ampio gap rispetto ai 5 bn da raccogliere. In questo caso si procederebbe alla conversione forzosa dei subordinati.