C’è un altro risvolto preoccupante nell’emergenza liquidità che sta colpendo Alitalia, altro caso rischioso per il cantiere Italia assieme a dossier bancari come Mps. Come risulta da indiscrezioni sarebbe allo studio un nuovo accordo tra fra le banche socie di Alitalia ed Etihad che ne controlla il 49%. Il 2017, se non ci saranno interventi nella gestione, potrebbe chiudere con perdite di circa 500 milioni. La stessa compagnia del Golfo forte del 49 per cento delle azioni italiane non può mettere mano al portafoglio per i vincoli dell’Unione Europea, in quanto se la quota di Ethiad salisse al controllo, Alitalia cesserebbe di essere compagnia europea, perdendo tutti i benefici commerciali della Ue. Etihad, secondo i rumors, chiederebbe un impegno delle banche a lungo termine per sostenere il piano che prevede una forte riduzione dei costi, con l`introduzione del modello low cost per il breve raggio ed un incremento dei voli lungo
raggio. In assenza di impegni delle banche a fornire altra liquidità, Etihad non accetterebbe di caricarsi di ulteriori oneri dopo aver iniettato 560 milioni nella società.
Ma, come detto, c’è un altro risvolto preoccupante nella vicenda. L`evoluzione della situazione in Alitalia è infatti importante per Adr, la società posseduta da Atlantia che gestisce l’aeroporto di Fiumicino. Alitalia incide infatti per circa il 40% del traffico passeggeri dell`aeroporto di Fiumicino ed è il principale operatore impegnato nello sviluppo delle rotte
a lungo raggio, le più importanti per la crescita delle revenues commerciali dell`aeroporto. Al contrario, per Save (che gestisce gli aeroporti veneti come Venezia), Alitalia pesa l`8% del traffico passeggeri, mentre per Enav pesa per meno del 15% del fatturato, nonostante sia corretto pensare che il traffico perso eventualmente da Alitalia possa essere rimpiazzato da operatori low
cost che stanno aumentando il loro peso in Italia quali EasyJet, Ryanair, Volotea.