Rush finale dei negoziati per trovare un pre-accordo con il il fondo sovrano del Qatar, Qia, tra il week end e lunedì. Se l’intesa verrà raggiunta, potrebbe essere soggetta a una serie di condizioni: tra le quali potrebbe avere anche un peso l’esito del referendum costituzionale di domenica, con tutti gli effetti finanziari correlati soprattutto sul sistema bancario italiano.
Condizione a propria volta imprescindibile anche per il consorzio di garanzia dell’aumento, visto che per il buon esito dell’operazione si rende necessaria la stabilità dei mercati.
Il management di Mps e le banche del consorzio, con in testa l’amministratore delegato Marco Morelli e il Cfo Francesco Mele, starebbero negoziando in maniera serrata l’intesa preliminare. Dall’altra parte ci sarebbero gli emissari del fondo di Doha (nella foto lo sceicco) assieme ai banker di Rothschild, advisor dell’operazione. L’obiettivo del pre-accordo è quello di avere da parte del fondo sovrano del Golfo Persico un impegno di almeno un miliardo di euro, cioè un quinto dell’iniezione necessaria (5 miliardi) per salvare Siena con un’operazione di mercato.
Le trattative con il Qatar sarebbero state facilitate anche dall’intervento di Jp Morgan, dove sull’operazione sarebbe al lavoro l’ex-ministro Vittorio Grilli, e soprattutto del Governo italiano: il piccolo ma ricchissimo Stato del Golfo Persico ha già importanti interessi in Italia nel settore del turismo e dei trasporti. Tramite Qatar Airways ha già rilevato infatti il 49% di Meridiana , ma soprattutto la Qatar Investment Authority è proprietaria della Costa Smeralda (rilevata dalla Colony Capital di Tom Barrack nel 2012) dove è previsto un importante piano di investimenti. Inoltre lo stesso braccio finanziario di Doha ha stretto qualche tempo fa un accordo con l’italiana Cdp per co-investire sul Made in Italy. C’è poi da dire che gli stessi reali del Qatar hanno una relazione molto stretta con l’Italia dove, tramite il veicolo personale della famiglia cioè Mayhoola, hanno comprato marchi della moda come Valentino e Pal Zileri.
Un investimento su Mps, benché di rilevanti dimensioni, potrebbe dunque essere importante per stringere ulteriori sinergie tra i due Paesi. Ma il condizionale è d’obbligo: questi pochi giorni di negoziati saranno cruciali per capire se il Qatar investirà e in quale misura.
Una decisione dovrebbe essere presa tra il week end e lunedì con la variabile del referendum che potrebbe avere conseguenze sulla decisione finale: tanto che nel pre-accordo con il fondo di Doha potrebbero essere poste una serie di condizioni che, se non si dovessero verificare, potrebbero vanificare l’impegno finanziario e rendere necessario un intervento dello Stato.
Senza dimenticare che l’ingresso del Qatar, se davvero ci sarà, potrebbe facilitare successivamente l’investimento di altri gruppi come gli americani Soros e Paulson&Co, al quale il dossier è stato presentato ma con i quali i negoziati sarebbero ancora abbastanza aperti.