Cerved si aggiudica la piattaforma di gestione degli Npl Juliet di Mps. L’operazione prevede la cessione a Cerved Group del veicolo che avrà in gestione le sofferenze non cartolarizzate e una percentuale significativa di quelle che si genereranno nei prossimi dieci anni. Nel veicolo confluirà il personale, su base volontaria, che intenderà far parte della nuova entità. Il veicolo avrà altresì il diritto di aggiudicarsi la gestione di 1/3 delle sofferenze oggetto di cartolarizzazione, nel contesto della più ampia operazione di aumento di capitale e contestuale deconsolidamento dei crediti in sofferenza, comunicata al mercato lo scorso 25
ottobre. L’operazione conferma quanto annunciato con il piano industriale lo scorso 25 ottobre, in termini di efficientamento e massimizzazione dei ritorni legati alla gestione del credito deteriorato.
Il corrispettivo della cessione è pari ad 105 milioni, cui potrebbe aggiungersi un earn out di massimi 66 milioni, basato sul raggiungimento di risultati economici conseguiti nell’arco temporale sino al 2024. Il closing dell’operazione, previsto entro il primo trimestre 2017, è soggetto oltre che all’approvazione dell’autorità di vigilanza anche al positivo completamento dell’operazione da parte della Banca, di aumento di capitale e contestuale deconsolidamento dei crediti in sofferenza. Mediobanca ha agito in qualità di advisor finanziario della Banca mentre lo studio legale Bonelli Erede ha agito come advisor legale.
Nel Cda Mps che ha scelto Cerved per Juliet, l’Ad Marco Morelli (nella foto) ha anche fatto il punto sul road show con un aggiornamento sui possibili investitori dell’aumento, anche sul lato degli «anchor investor», ma sarebbe stato anche l’occasione per fissare termini e condizioni della conversione in azioni dei bond subordinati.
Le due settimane che mancano all’assemblea del 24 novembre saranno molto intense per riuscire a finalizzare un aumento che si preannuncia pieno di ostacoli: a cominciare dalla situazione politica italiana e internazionale, con il referendum del 4 dicembre che incombe, fino al rischio di esecuzione dell’operazione che si basa su tre pilastri, cioè adesione del mercato, conversione e anchor investor. Proprio su quest’ultimo fronte si starebbe cercando di avere non soltanto l’adesione del Qatar tramite Qia (che ha già firmato un confidentiality Agreement), ma anche quella di un altro fondo sovrano, che alcuni rumors indicherebbero in Temasek.