E’ prevista per domani la scadenza per presentare le offerte finali per Juliet, cioè la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati interna a Banca Monte dei Paschi di Siena (nel grafico l’andamento del titolo a venerdì sera, fonte Yahoo Finance).
Alla vigilia della deadline sembrano, in particolare, due i soggetti che si giocheranno la partita: cioè da una parte Cerved Credit Management e dall’altra doBank, il gruppo bancario nato dall’ex-Uccmb. La scadenza per le offerte conclusive è stata spostata dal 26 ottobre al 7 novembre.
Sul piatto c’è un terzo dei non performing loan (quindi circa 9 miliardi) dell’istituto senese (complessivamente 27 miliardi), che Mps cederà al 33% del nominale attraverso la maxi-cartolarizzazione. In pratica, il soggetto scelto si aggiudicherà la piattaforma Juliet, con circa 9 miliardi di euro da amministrare. Si tratta di un’operazione comunque complessa al di là dall’esito sull’acquirente. La transazione dovrebbe infatti essere soggetta a una serie di condizioni: innanzitutto il buon esito dell’aumento di capitale della banca previsto in dicembre. Poi non sembra da sottovalutare l’esito dell’ispezione da parte della Banca Centrale Europea, ancora in corso e che terminerà a fine anno. L’ispezione, iniziata nel maggio scorso, ha ad oggetto i rischi di credito, di controparte e il sistema dei controlli. In pratica, gli ispettori di Francoforte stanno anche studiando i crediti della banca che sono già stati oggetto di diverse due diligence. Resta da chiedersi cosa potrebbe succedere e quali potrebbero essere gli effetti, se dall’ispezione della Bce dovesse risultare un’entità delle sofferenze superiore a quella stimata all’atto del lancio della maxi-cartolarizzazione da complessivi 27 miliardi.
Se dunque da una parte esistono elementi di forte incertezza, dall’altra parte il percorso di vendita della piattaforma interna di Mps a un soggetto terzo sta proseguendo, malgrado sulla tabella di marcia si sia frapposto nel corso del tempo più di un imprevisto. Il perimetro oggetto di cessione, da far confluire in Juliet, è infatti mutato progressivamente. Ad inizio anno, sembrava che il deal prevedesse la cessione della piattaforma di gestione con un contratto di gestione pluriennale di tutti i 27 miliardi di crediti problematici dell’istituto senese. Tuttavia l’operazione Juliet, che vede la regia di Mediobanca come advisor, è cambiata con la decisione di lanciare una mega-cartolararizzazione collegata all’aumento di capitale, che vedrà l’utilizzo delle Gacs (cioè le garanzie statali) e la discesa in campo del fondo Atlante di Quaestio Sgr , che coordinerà e controllerà invece l’intera struttura dell’operazione sugli altri 18 miliardi lordi, sia per quanto riguarda la struttura delle cartolarizzazioni, sia per la gestione dei piani di recupero dei crediti.
Tornando ai potenziali compratori di Juliet, c’è da segnalare che sia doBank sia Cerved Credit Management hanno le carte in regola per mettere a segno l’operazione. Proprio la settimana scorsa doBank ha avuto il via libera, dalla Banca d’Italia, all’acquisizione di Italfondiario, dando vita al più grande gruppo bancario indipendente specializzato nei servizi per la gestione del credito per le banche italiane, con un valore di 83 miliardi di euro di crediti gestiti. Da parte sua Cerved, tramite la propria divisione specializzata, è tra i soggetti più impegnati in questo momento nel settore per ottenere nuovi contratti di gestione: un attivismo che, secondo alcuni rumors, sarebbe anche testimoniato da alcune discussioni in corso per un’alleanza nel settore dei servicer tra Cerved stessa e la Sga, cioè la società (di proprietà statale) che fino ad oggi si è occupata con ottimi risultati dei crediti problematici del Banco Napoli, ma che da qualche settimana con il cambio di statuto ha ampliato il proprio ventaglio di attività all’acquisto e gestione dei portafogli di sofferenze di altre banche.