Sorgenia verrà ceduta dalle banche azioniste nel 2017 o, al più tardi, nel 2018. E’ questo che trapela in ambienti finanziari, secondo quanto risulta alla rubrica The Insider, come futuro prossimo per il gruppo (un tempo posseduto da Cir) ora guidato da Gianfilippo Mancini. Proprio in questi giorni Sorgenia sta arrivando a un’intesa con pool di 21 banche per la gestione del debito, istituti che un anno e mezzo fa hanno rilevato quasi il 100% del gruppo energetico, oberato da 1,7 miliardi di debiti. Il piano prevederebbe un allungamento delle scadenze sul debito, un prestito convertendo da circa 200 milioni per la principale controllata, Sorgenia Power, e un rimborso da 170 milioni per i creditori.
Nel frattempo, il gruppo Sorgenia avvia un riassetto del proprio portafoglio di crediti problematici.L’azienda dell’energia, ormai controllato dalle banche, dopo un processo d’asta durato alcuni mesi, avrebbe secondo le indiscrezioni ceduto un corposo pacchetto di crediti, superiore ai 130 milioni di euro di valore nominale, a un investitore italiano.
Ad acquistare il portafoglio, secondo i rumors, sarebbe stato infatti Davis & Morgan Merchant Bank, banca d’affari attiva nel mercato italiano dei non performing loan dove è uno dei principali operatori italiani. Davis & Morgan è presieduta da Hugh Malim, noto per essere stato country manager del gruppo Barclays in Italia per diversi anni, e guidata da Andrea Bertoni, amministratore delegato e socio fondatore. È così arrivata a concretizzarsi la transazione con Davis & Morgan Merchant Bank. Quest’ultima, (seguendo il piano industriale 2015-2018) ha finalizzato l’operazione, acquistando da Sorgenia un portafoglio di non performing receivables per un importo nominale di 131.158.000 euro. L’ammontare dei crediti è suddiviso in 96.801 posizioni per un importo medio di 1.355 euro per l’84% nei confronti di aziende e per il 16% nei confronti di privati.
Le regioni prevalentemente coinvolte nel portafoglio acquistato sono la Lombardia con il 15,95%, la Campania con il 13,92% e la Sicilia con il 12,10%. Da segnalare che il 54,76% delle posizioni in default è allocata nella fascia temporale da 1,5 a 3 anni. Infine, all’interno del portafoglio esistono 16.239 che sono state oggetto di decreto ingiuntivo.